Collaborazione con la Dott.ssa Martina Parente (nutrizionista/biologa)

OTR Ortopedia - Collaborazione con la Dott.ssa Martina Parente (nutrizionista/biologa)

Collaborazione con la

Dott.ssa Martina Parente

È estremamente importante adottare strategie ottimali al fine di evitare la nascita di una malattia, limitarne l’insorgenza, la gravità e un sostanziale peggioramento. La prevenzione primaria difatti consente la riduzione del rischio di sviluppare delle malattie eliminando i fattori alla loro base……💚✨
 
Che cos’è la 𝘽𝙞𝙤𝙞𝙢𝙥𝙚𝙙𝙚𝙣𝙯𝙞𝙤𝙢𝙚𝙩𝙧𝙞𝙖 (BIA)?
Si tratta di un esame di tipo bioelettrico, celere e non invasivo, utile per conoscere la composizione corporea di un soggetto e per valutarne lo stato nutrizionale.
Una tecnica a modello tricompartimentale: individua infatti la massa grassa corporea (FM) e la massa non grassa corporea (FFM), suddivisa in massa corporea extracellulare e tessuto metabolicamente attivo (ATM) o massa corporea cellulare (BCM).
 
Pubblichiamo queste immagini (con il consenso della paziente di riferimento) per sottolineare l’accuratezza e la precisione delle misurazioni effettuate dallo strumento utilizzato nonchè la professionalità della Dott.ssa, che in foto interpreta e spiega il grafico composto dai valori della BIA nati ed estratti dai risultati in relazione ai dati raccolti attraverso l’applicazione degli elettrodi.

La cosiddetta “ellissi di confidenza” permette di valutare e definire le tre zone così da indicarci anche il concreto stato di idratazione…
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Donazione _ Dipartimento Oncoematologico dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio

Donazione

𝘿𝙞𝙥𝙖𝙧𝙩𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙊𝙣𝙘𝙤𝙚𝙢𝙖𝙩𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞𝙘𝙤

𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙊𝙨𝙥𝙚𝙙𝙖𝙡𝙚 𝙋𝙪𝙜𝙡𝙞𝙚𝙨𝙚-𝘾𝙞𝙖𝙘𝙘𝙞𝙤

I piccoli grandi gesti che fanno la differenza…💚✨
 
Alcune persone riescono a smuovere le corde emotive grazie ai loro pensieri colmi di umanità, di empatia, di sensibilità, di solidarietà. Purtroppo a volte rimangono solo dei meri pensieri, ma ieri abbiamo avuto concretezza di ciò che gli esseri umani siano in grado di compiere quando uniscono le loro forze, le loro volontà, la loro fratellanza. 🤝
 
E’ il caso dell’unione tra il 𝙎𝙞𝙜𝙣𝙤𝙧 𝙁𝙧𝙖𝙣𝙘𝙚𝙨𝙘𝙤 𝙎𝙘𝙤𝙧𝙯𝙖𝙛𝙖𝙫𝙖 e le “𝙋𝙚𝙯𝙯𝙤𝙩𝙩𝙖𝙧𝙚” 𝙙𝙞 𝙋𝙚𝙣𝙩𝙤𝙣𝙚, un gruppo dedito al sociale, alla famiglia, alle tradizioni: la loro collaborazione, insieme alla Parrocchia di Simeri Crichi (CZ), della ProLoco dell’Avis e di altre Associazioni locali e la coordinazione della 𝘿𝙤𝙩𝙩.𝙨𝙨𝙖 𝙍𝙖𝙣𝙞𝙖 𝙊𝙧𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 e del marito, il 𝘿𝙤𝙩𝙩. 𝙁𝙧𝙖𝙣𝙘𝙚𝙨𝙘𝙤 𝘾𝙞𝙩𝙧𝙞𝙣𝙞𝙩𝙞, ha dato frutto ad una 𝘿𝙤𝙣𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 di due poltrone e dieci aste mediche, donazione destinata ai 𝙥𝙖𝙯𝙞𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙙𝙚𝙡 𝘿𝙞𝙥𝙖𝙧𝙩𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙊𝙣𝙘𝙤𝙚𝙢𝙖𝙩𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞𝙘𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙊𝙨𝙥𝙚𝙙𝙖𝙡𝙚 𝙋𝙪𝙜𝙡𝙞𝙚𝙨𝙚-𝘾𝙞𝙖𝙘𝙘𝙞𝙤.
La cerimonia, alla quale anche noi di OTR Ortopedia abbiamo avuto l’onore di partecipare in seguito alla consegna, si è tenuta ieri, giorno 8 marzo e hanno presenziato il Direttore Medico di Presidio “C. De Lellis” 𝘿𝙤𝙩𝙩. 𝙁𝙧𝙖𝙣𝙘𝙚𝙨𝙘𝙤 𝙏𝙖𝙡𝙖𝙧𝙞𝙘𝙤, la Direttrice 𝘿𝙤𝙩𝙩.𝙨𝙨𝙖 𝙂𝙖𝙡𝙖𝙩𝙞, il Direttore sanitario Aziendale 𝘿𝙤𝙩𝙩. 𝘼𝙣𝙩𝙤𝙣𝙞𝙤 𝙂𝙖𝙡𝙡𝙪𝙘𝙘𝙞.
 
“𝙎𝙞𝙞 𝙞𝙡 𝙘𝙖𝙢𝙗𝙞𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙫𝙪𝙤𝙞 𝙫𝙚𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙣𝙚𝙡 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙤”…🌟💚
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Piaghe da Decubito

Piaghe da Decubito - OTR Ortopedia

Piaghe da Decubito

Le piaghe da decubito sono delle superfici sulle quali si manifesta una reazione cutanea, un’ulcera, per via dell’insufficienza di flusso sanguigno causata da una pressione reiterata sulla zona. 

Inizialmente risultano essere aree di pelle arrossata. Le loro sembianze assumono un peggioramento nel decorso arrivando alla formazione di vesciche in un primo momento e a ferite aperte in seguito, il cui colore muta dal viola al marrone.

A volte il tessuto alla base dell’ulcera è coperto da pelle morta sul giallo, marrone o verde.

Piaghe da decubito - OTR ORTOPEDIA

Quali sono le cause?

Sono delle conseguenze che possono sopraggiungere per via di permanenze prolungate a letto (in caso di gravi malattie). Devono essere curate in modo opportuno al fine di evitare infezioni, anche serie. Altre condizioni a rischio sono l’uso prolungato di una carrozzella, l’impossibilità di effettuare determinati movimenti con alcune parti del corpo.

La compressione

Le ulcere tendono a formarsi intorno alle aree ossee. La riduzione o l’interruzione del flusso sanguigno per più di qualche ora fa morire la pelle, partendo dallo strato esterno (epidermide). La cute morta si deteriora e si espande una piaga aperta (ulcera). Per ovvi motivi alcune persone che non possono muoversi normalmente, corrono un rischio più elevato di sviluppare piaghe da decubito. A volte si formano su persone che oltre a non riuscire a muoversi, non riescono a avvertire il dolore causa mancanza di sensibilità su quel determinato tratto di pelle: solitamente il dolore spinge a cambiare posizione o a richiedere uno spostamento per sentirsi meglio.

La trazione

Si tratta dell’effetto dovuto alla “tiratura” della pelle, nel momento in cui una persona è collocata per esempio su un letto inclinato. La pelle, i muscoli, i tessuti sottocutanei vengono “tirati” verso il basso per via della gravità. Lo strato cutaneo continua comunque ad essere a contatto con la superficie esterna. In tal senso la trazione e la pressione diventano molto simili in termini di effetti e conseguenze scaturite sulla pelle.

La frizione

Si tratta dell’attrito creato dalla pelle, scontrandosi con i vestiti, con la biancheria da letto. Può portare alla formazione delle piaghe da decubito, peggiorare la situazione delle ferite già presenti, inoltre l’azione reiterata nel tempo potrebbe causare l’asportazione di alcuni strati di pelle presenti in superficie.

L’umidità

L’umidità rappresenta in realtà una “causa indiretta e collaterale”. Correlata alle altre infatti, può causare un aumento della frizione della pelle, soprattutto in caso di esposizione ad essa per un arco di tempo molto lungo, ad esempio a causa del contatto con sudore ed urina in caso di incontinenza.

Piaghe da decubito - OTR ORTOPEDIA

Suddivisione in quattro classi

Studio 1: la cute ha una colorazione rossa o rosea. In base al proprio corpo, alla reazione dello stesso, potrebbe essere percepita sulla zona di riferimento una sensazione di calore, di raffreddamento, di cedevolezza o al contrario mollezza, che farà più male rispetto alla pelle circostante.

Stadio 2: la piaga è poco ancora superficiale. La colorazione è sempre rossa/rosea. Si potrebbe incorrere ad una perdita di cute superficiale, con abrasioni o vesciche, talvolta entrambe.

Stadio 3: la piaga si estende sull’area a tal punto da non consentire la visibilità dello strato di pelle. La piaga è profonda quanto lo strato adiposo, ma non va ad intaccare muscoli ed ossa.

Stadio 4: la cute è del tutto scomparsa, i muscoli e le ossa sottostanti vengono intaccati.

Impossibilità di definire lo stadio

Ciò accade, come suggerisce difatti la terminologia stessa, quando la piaga è a tal punto marcata o “coperta” da non consentire ai medici di stabilire su che stadio la piaga stessa si trova. Per esempio quando sono avvolte da detriti o se si è creata una crosta molto spessa nella parte superiore…

Piaghe da decubito - OTR ORTOPEDIA

Prevenzione

La prevenzione viene concretizzata mantenendo una cura scrupolosa coloro che assistono il paziente… infermieri, aiutanti, familiari.

  • Spostamento della persona abituale e ripetuto
  • accortezza maggiore, cura ed igiene della pelle, andando a trattare le parti più esposte e lasciando la cute più asciutta possibile, cercando di effettuare dei tamponamenti sull’area ed evitando di sfregare con il panno
  • utilizzare materiali morbidi che possano in qualche modo fungere da protezione per le parti ossee maggiormente esposte, quindi talloni, gomiti, che sono più a contatto con altri “piani”, tipo le lenzuola
  • l’attività va incentivata il più possibile

Alcuni prodotti possono essere ottimali per la prevenzione della formazione delle piaghe da decubito…segui le nostre piattaforme social, avremo modo di presentarne le peculiarità degli articoli di riferimento! 

Epicondilite

Epicondilite - Gomito del tennista - OTR Ortopedia

Epincondilite

Cos’è l’epicondilite?

L’epicondilite è una patologia infiammatoria dolorosa. Quotidianamente conosciuta anche come “gomito del tennista” o anche “gomito del golfista”, provoca problematiche alla parte del corpo che interessa i tendini dell’avanbraccio collegati con la parte esterna del gomito (termine tecnico: epicondilio laterale, dal quale per l’appunto ne prende il nome).

Essa viene spesso provocata da un eccessivo sovraccarico funzionale del gomito (ecco perchè il rimando all’attività sportiva della figura del tennista e del golfista, ma anche a cuochi, manovali, imbianchini…): l’azione reiterata nel tempo, l’uso continuativo e rapido del gomito diventa il motivo principale che porta al sorgere dell’infiammazione e del dolore.

È una patologia che si presenta con l’infiammazione dei tendini, situati a lato del gomito, che si inseriscono nell’epicondilo. L’epicondilite è uno stato infiammatorio doloroso e degenerativo che, se non adeguatamente trattato, può diventare un disturbo cronico invalidante.

Se sottostimato, potrebbe inizialmente essere confuso con una semplice contusione, ma i microtraumi ripetuti causano una tendinopatia di origine meccanica ad andamento progressivo. Se non curata, l’epicondilite cronica porta il tendine infiammato ad irrigidirsi, arrivando ad impedire il corretto allungamento dei muscoli che muovono avambraccio, polso e mano.

Epicondilite - Gomito del tennista - OTR Ortopedia

Con quale sintomologia si presenta?
I sintomi di riferimento hanno un’insorgenza molto graduale e lenta, ecco perchè talvolta inizialmente viene sottovalutata: percezione di dolore lungo il gomito, che tende ad aumentare nel momento di distensione del braccio, della mano o in caso di rotazione del polso.

Capire prontamente di cosa si tratta è fondamentale al fine di intervenire in modo istantaneo: un percorso preventivo potrebbe essere conclamato nella risoluzione drastica del problema, impedendo quindi in qualche modo l’ingresso in uno stadio peggiorativo.

La parte eventualmente trascurata potrebb accusare:

  • gonfiore ed arrossamento
  • calore al tatto
  • borsite
  • creazione di liquido interno che porta alla tumefazione della zona
  • perdita di forza
  • braccio debole a livello percettivo
  • difficoltà a distendere in modo completo il braccio
  • difficoltà a distendere in modo completo la mano
  • difficoltà a ruotare il polso
  • la zona infiammata potrebbe espendersi ed irradiarsi andando ad intaccare le dita delle mani

    Ciò potrebbe rendere invalidante la persona nelle azioni minimali della quotidianità: prendere in braccio un bambino, fare la spesa, prescindendo dalla peculiarità, dalla difficoltà, dalla velocità, dalla semplicità del gesto, in quanto qualsiasi gesto, seppure leggero, avrà un impatto deleterio e sarà considerato estremamente brusco.
OTR Ortopedia - Epicondilite - gomito del tennista

Con un’eventuale infiammazione già in itinere diventa estremamente necessario lasciar riposare l’arto, iniziare a prestare maggiore attenzione eliminando le sollecitazioni e riducendo al minimo i movimenti, fino al recupero “spontaneo” e “naturale”. In media occorrono dalle due alle tre settimane di riposo. In questa fase, il medico potrebbe prescrivere una terapia conservativa, indicando se necessario l’assunzione di farmaci analgesici al fine di concedere una riduzione del dolore e antinfiammatori.

Il medico di riferimento potrebbe ritenere ottimale optare per altri trattamenti, quali per esempio infiltrazioni di cortisone, acido ialuronico, concentrati piastrinici. Raramente si sceglie di passare direttamente ad un intervento chirurgico: l’infiammazione dei tenditi può essere trattata anche senza ricorrere a un determinato tipo di opzioni considerate invasive.

 

È possibile prevenire o curare l’epicondilite?
Questa patologia può colpire tutti coloro che per sport o per lavoro sono costretti a piegare con ripetitività e continuità il gomito.

Come strumento di prevenzione per questa infiammazione è possibile trovare in commercio dei tutori a compressione antalgica, anche chiamati bracciali per epicondilite, da posizionare sull’avambraccio. Meglio se associati ad una buona fisioterapia che aiuti il paziente ad acquisire una postura corretta nei movimenti, così da ridurre il rischio di insorgenza dell’epicondilite in seguito alla propria attività.

Disclaimer

Le informazioni contenute in questo articolo non sono consigli medici e hanno carattere esclusivamente divulgativo.
Tali informazioni non intendono sostituire il rapporto tra medico, o professionista sanitario, e paziente.
Vi invitiamo a rivolgervi sempre al vostro medico di fiducia e/o allo specialista per la prescrizione di farmaci e/o terapie specifiche.

Tutore Afo a Doppia Spirale

Tutore afo a doppia spirale

Tutore Afo a doppia-spirale

Si tratta di un’ortesi di tipo dinamico, essa ha una composizione strutturale rigida alla tibiotarsica ed allineata ai metatarsi al fine di consentire maggiore fluidità, stabilità, sicurezza ed equilibrio nel corso della deambulazione.

Tali tutori di caviglia vengono definiti a “doppia spirale” per via della loro duplice funzionalità: è possibile infatti correggere e lavorare simultaneamente sul valgismo-varismo del calcagno e della pronosupinazione dell’avampiede garantendo un contenimento ottimale delle irregolarità in valgo pronazione o in varo supinazione dei piedi.

Cosa si intende per Valgismo e cosa si intende per Varismo del piede? Risultano essere due condizioni patologiche in qualche modo “opposte”: un occhio attento è in grado di captarle e definirle in maniera repentina, sebbene sia complicato dal momento che tende a manifestarsi in una forma molto lieve, sottovalutarle (in quanto “asintomatiche”) provocherebbe significativi scompensi posturali andando ad intaccare l’ossatura del piede e la struttura plantare dal momento che il peso corporeo andrebbe a frazionarsi sulle articolazioni.

In presenza di una normo-anatomia, il retro della gamba e il retropiede compongono un angolo di 5 gradi aperto verso l’esterno (denominato valgismo fisiologico). Il superamento o la riduzione dei gradi di tale angolo, provoca dei disturbi interconessi: Con il valgismo i piedi si avvicinano alla linea mediana del corpo e la pianta effettua una rotazione verso l’interno, con il varismo i piedi si allontanano dalla linea mediana del corpo e la pianta effettuerà un’eccessiva rotazione verso l’esterno. Si parlerà quindi di piede talo valgo pronato (l’asse del retropiede è spostato verso l’esterno rispetto all’asse della gamba) o di piede equino varo supinato rimanendo assoggettati al fastidio, al dolore, alla limitazione funzionale, alle anomalie della volta plantare, nonché eventuali infiammazioni (fascite plantare).

I tutori a doppia spirale vengono consigliati anche per il trattamento di diplegie (paralisi di una parte del corpo, in tal caso arti inferiori) e di emiplegie (condizione in cui uno dei due lati del corpo è paralizzato), sempre appartenente alla sfera delle paralisi cerebrali infantili.

Tali tutori vengono realizzati su misura, ottenendo la massima personalizzazione in relazione alle caratteristiche fisiche per l’appunto del paziente di riferimento. I materiali utilizzati nella creazione del tutore, consentano una lavorazione ottimale e una massima riuscita: flessibilità e resistenza devono essere i punti cardini per la manifattura e la composizione dell’ortesi. Le scarpe predisposte inoltre fungono da collante e da cornice per i tutori: esse, con rialzi e speronature riescono a favorire il giusto equilibrio contribuendo all’effetto dell’allineamento del bacino e aumentando stabilità e fermezza.

Tutore afo a doppia spirale
Tutore afo a doppia spirale

Dominate The Water Race

OTR Ortopedia - Porto Torres - Sardegna - Dominate the Water

Dominate the Water

“Libertà in acqua”: uno slogan che comunica tutto…
Un weekend intenso per la nostra amata Sardegna e per il nostro team presente a Porto Torres, pronto ad assistere a questo evento! Una manifestazione molto sentita grazie anche al messaggio d’impatto che riesce a trasmettere, che vogliamo cogliere ed abbracciare condividendolo in pieno: “IL NUOTO E’ UNO SOLO”… e soprattutto è per chiunque. Purtroppo a causa delle condizioni meteo marine avverse, non è stato possibile realizzare la scaletta programmata e le gare la cui partenza era prevista da Porto Torres (sabato) e dall’Isola Asinara (Domenica) sono state annullate…

IX Campionato Italiano Paralimpico in acque libere: una circostanza sicuramente rara e singolare, degna di nota: tra tutti i volti spicca quello del Campione Gregorio “Greg” Paltrinieri, promotore del progetto “DTW Race” insieme ad altri componenti noti nel contesto sportivo quali Domenico Acerenza, Dario Verani, Barbara Pozzobon, Simone Barlaam e tanti altri…

Oltre al Campione del mondo in carica dei 1500 M in vasca lunga e della 10 Km in acque libere, sono presenti alla manifestazione altri 270 atleti cc che gareggiano per il campionato italiano paralimpico in acque libere e per il circuito nazionale della Federazione italiana di nuoto. Un modo per dimostrare quanto lo sport rappresenti un valore, rappresenti unione, partecipazione, condivisione, collaborazione, possibilità, opportunità, libertà, forza… prima ancora che competizione, prima ancora che vittoria, prima ancora che sfida!

“La ragione è la bussola ma la passione è tempesta…”
Un piccolo approfondimento circa il progetto DTW – “Dominate The Water”: si tratta per l’appunto del circuito di gare di nuoto in acque libere ideato e promosso dal campione olimpico Gregorio “Greg” Paltrinieri con lo scopo di promuovere l’amore per lo sport e la tutela del mare, giunto quest’anno alla sua seconda edizione. E’ un progetto aperto, destinato e finalizzato ad aprirsi a nuovi volti, pronto ad evolversi, ad accrescersi, a far scorrere la propria libertà su nuove acque, su nuove tappe: conciliare eventi sportivi con la scoperta, la valorizzazione e la tutela delle spiagge italiane non può che essere considerata una nobile ispirazione! 

OTR Ortopedia - Porto Torres - Sardegna - Dominate the Water
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Donazione in memoria di Gennaro Sicoli

Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto

Donazione in memoria di Gennaro Sicoli

Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto

“Il bene genera bene”.

Una giornata molto intensa quella di ieri, ci siamo presi del tempo per riflettere, per pensare… per realizzare quanto la vita sia effimera ma al contempo quanto c’è da insegnare e da imparare, quanto c’è da apprezzare, quanti valori può trasmetterci e quante emozioni può farci vivere: Innocenza Runco, detta “Nuccia”, in collaborazione con OTR Ortopedia, dona al reparto di Oncologia medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto, due monitor multiparametrici forniti di carrello.

“In memoria di Gennaro Sicoli”, un modo per mantenere vivo il ricordo del proprio marito, un gesto nobilissimo per ringraziare l’intera equipe di Oncologia (tra i membri figurano il Professor Pierosandro Tagliaferri, Direttore del reparto, ed il Professor Pierfrancesco Tassone, visibilmente emozionati) per la professionalità e la competenza con cui hanno gestito ed affrontato il percorso della malattia del caro Gennaro, affetto da un grave tumore, per lo spirito di abnegazione condensato in instancabili tentativi di salvezza lottando contro un destino in realtà già scritto vista la gravità della malattia, per l’umanità e la disponibilità con cui sono riusciti a trasmettere la loro vicinanza offrendo immancabile cura ed instancabile assistenza, per l’empatia, la gentilezza e la dolcezza consentendo l’avviamento di un iter di accettazione che anche la famiglia deve attraversare, sebbene non si sia mai preparati né predisposti a raggiungere tale consapevolezza.

Nuccia è il simbolo dell’amore che non può sfaldarsi e perdersi ma che si ricrea e si disperde nell’aria per il bene del prossimo lasciandosi percepire ed accogliere da chi lo respira, il simbolo di quella generosità pura, disinteressata di cui il mondo avrebbe bisogno, che si manifesta e prende forma concreta plasmandosi in una donazione rappresentante un atto di altruismo, è il simbolo di un’innata empatia, di una marcata sensibilità in grado di abbracciare e cogliere le emozioni dell’altro, rivedendosi nello stato d’animo colto nei volti incontrati.

Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
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Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto

Alluce Valgo

OTR Ortopedia - Alluce valgo

Buongiorno cari lettori, oggi tratteremo di una deformazione concernente il primo dito del piede, che si palesa visivamente con una deviazione dello stesso ed una prominenza laterale del primo osso metatarsale, quindi uno delle cinque ossa lunghe presenti tra le ossa tarsali e le falangi, queste ultime situate in prossimità di ogni dito. Oltre alla deformazione, è caratteristica anche l’infiammazione recidiva della parte sita alla base dell’alluce, che si manifesta con la classica forma “a cipolla” e che scientificamente e a livello medico rappresenta una protuberanza equivalente alla borsite.

E’ importantissimo non trascurare i sintomi originari in quanto può portare ad una progressiva degenerazione della patologia: dapprima infiammazione, arrossamento e lieve spostamento dell’alluce verso il secondo dito, successivamente può andare ad intaccare nella totalità la struttura scheletrica alterando la conformazione quindi l’alluce può inclinarsi a tal punto da situarsi sotto le altre dita con questa sorta di accavallamento dello stesso, andando ad intaccare anche la pelle che ricopre la zona interessata.

Ma andiamo ad esaminare in modo maggiormente dettagliato sia le cause che i primissimi sintomi…

Le cause possono essere di natura congenita, quindi predisposizione genetica ed ereditarietà del disturbo a livello familiare, e predisposizione, come per esempio nel caso dei piedi piatti è presente una probabilità in più di comparsa dell’alluce valgo, ma anche acquisite o secondarie causate per esempio per via dell’ausilio di calzature poco adatte al benessere del piede e alla sua struttura, quindi magari con la pianta stretta, con la punta “a triangolo”, portando le dita dei piedi ad assumere una posizione innaturale, lesioni a carico del piede, problemi posturali o di peso, principio di artrite reumatoide, possono essere responsabili dell’insorgenza di questa patologia.

Per quanto concerne i sintomi, invece, essi possono essere chiaramente differenti e variare da persona a persona (dolore al secondo dito e non all’alluce, dolore marcato in tutta la parte interessata senza però avere una malformazione visiva troppo pronunciata, ad ogni modo i comuni segnali a livello locale, quindi che interessano il piede, sono rappresentati dalla presenza di un’intumescenza sottostante all’alluce, che apporta gonfiore ed arrossamento ed ispessimento della pelle; dolore reiterato nel tempo oppure ad intermittenza che producono di conseguenza una capacità motoria molto limitata per ovvi motivi.

Vogliamo inoltre sottolineare le conseguenze del sottovalutare questo disturbo, aldilà della degenerazione scheletrica e muscolare locale, sono presenti anche delle conseguenze posturali che riguardano il ginocchio valgo provocando dolore sulla zona rotulea interna del ginocchio stesso, rigidità delle anche ed accentuazione della curva lombare associata a lombalgia cronica.

Come viene diagnosticato? Di base anche il solo guardare l’alluce basta per diagnosticarlo essendo la deformità ossea a tal punto evidente. La valutazione a livello clinico si serve dell’esame baropodometrico per rilevare in posizione statica e dinamica la distribuzione dei carichi sul piede e quindi anche il grado di pressione che si esercita sull’alluce e che esso riesce a “sopportare” rilevando quanto possa essere compromesso.

Possiamo prevenirlo? Consigliamo di camminare con scarpe dalla base più ampia e dalla tomaia meno stretta ed invasiva così da assicurare più spazio alle dita dei piedi, di inserire un bendaggio in grado di garantire al piede una posizione corretta e che possa apportare un minimo di sollievo, di assumere ovviamente antidolorifici e cortisone così da ridurre dolore e gonfiore, applicare eventualmente il ghiaccio o creme anti-infiammatorie nella zona interessata, ma come possiamo esserti d’aiuto in modo concreto noi di OTR Ortopedia? Offrendoti i prodotti più indicati per optare verso scelte preventive e trattamenti conservativi qualora si riesca a trarne giovamento senza ricorrere ad un intervento chirurgico ed essendo ancora in una fase ottimale per poter intraprendere questa strada: si tratta di due semplici ma utilissimi modelli di divaricatori e protettori per alluce! E’ formato da un materiale morbido, elastico, resistente ed ultra confortevole in Tecniwork Polymer Gel apportando maggiore sollievo, divaricando e allineando le dita portandole alla posizione originaria e corretta prevendendo anche a formazione di un’eventuale callosità e proteggendo la zona interessata, rigonfia ed arrossata dallo sfregamento con la calzatura così da evitare l’attrito e la pressione e scongiurando l’ingombro all’interno della calzatura.

Dr Gibaud _ Manugib _ Tutore Polso

OTR Ortopedia - Filiale di Lamezia

Buongiorno lettori, oggi vogliamo presentarvi un prodotto della Linea Ortho della Dr. Gibaud: si tratta di un dispositivo medico, un tutore che riesce a limitare i movimenti del polso. L’articolo fornisce l’immobilizzazione grazie alla presenza di una stecca palmare rigida modellabile, due stecche dorsali e quattro cinghie di regolazione la cui cooperazione apporta il comfort necessario, l’adatta ergonomia nonché la propensione verso un posizionamento molto semplice del braccio così da non arrecare fastidio…

OTR Ortopedia - Filiale di Lamezia
OTR Ortopedia - Filiale di Lamezia
OTR Ortopedia - Filiale di Lamezia

Come si indossa? Il tutore và indossato come un guanto. Sincerarsi che la stecca palmare sia in asse con l’avambraccio e stringere e regolare le cinghie (che tra l’altro possono essere tagliate in base alle proprie necessità) così da ricevere il giusto sostegno rigido ma senza intaccare il lato confortevole del prodotto.

OTR Ortopedia consiglia l’ausilio di un tutore polso al fine di limitare il più possibile i vari movimenti dello stesso! Vediamo insieme in quali situazioni può essere indicato l’utilizzo…!

OTR Ortopedia - Filiale di Lamezia

Sindrome del Tunnel Carpale

OTR Ortopedia - Tunnel carpale - Dr. Gibaud

La Sindrome del Tunnel Carpale è una patologia molto comune, diffusa e conosciuta, che causa dolore al polso, solitamente anche formicolio alle mani e tende a formarsi per via di determinate abitudini, del reiterato utilizzo del polso, di alcuni movimenti che vengono effettuati.

Si tratta di una neuropatia, che consiste nella compressione di un nervo. La compressione di un nervo può avvenire anche in altre parti del corpo, è il caso del Neurema di Morton, del tunnel tarsale e radiale.

Cos’è il tunnel carpale? Come anticipa la definizione stessa, il tunnel carpale diciamo che è un tunnel, una specie di arco che nasce tra il polso e il palmo della mano da cui passano nove tendini ed un nervo, denominato nervo mediano che dall’ascella si estende fino alle dita della mano. Il nervo mediano garantisce una funzionalità sia sensitiva che motoria, dal momento che permette il movimento delle dita.

Questo spazio è molto stretto ed anche una piccolissima variazione o un banale movimento più brusco può rendere quella superficie labile causando la compressione del nervo per via della pressione del tunnel in aumento, un consequenziale diminuire del flusso sanguigno che apporta una limitazione del flusso sanguigno.

Distorsioni e stiramenti

OTR Ortopedia - Distorsioni e stiramenti - Dr. Gibaud

Cos’è la distorsione? la distorsione consiste in un danneggiamento di un’articolazione a causa di un trauma oppure una rottura dei legamenti per via di movimenti bruschi di torsione e rotazione. Spesso avviene nel corso di attività sportive o a lavoro e frequentemente vengono colpiti la caviglia, il ginocchio e la spalla.

Possiamo riconoscere tre gradi esistenti di distorsione: 1) quando non c’è effettivamente distorsione, ma solo lo stiramento; 2) quando i legamenti si rompono in modo parziale o totale ma l’articolazione risulta essere ancora stabile; 3) quando i legamenti si rompono generando però l’instabilità dell’articolazione è maggiormente marcata in quanto le due parti risultano essere troppo lontane (ciò che accade in particolare nel ginocchio).

Mancanza di funzionalità del ginocchio, dolore, qualora fossero presenti rotture di vasi sanguigni potremmo trovarci di fronte a tumefazione edematosa e/o emorragica, sensazione di calore avvertito nella zona interessata.

 

Mentre la distorsione è un danneggiamento dei legamenti, lo stiramento è un danneggiamento che subisce un muscolo a causa di sforzi fisici che portano alla distensione ed alla lacerazione delle fibre, che provoca la perdita della funzione contrattile.

Accade soprattutto con i muscoli della schiena, della gamba, per traumi sportivi o sollevamento di un peso eccessivo. Gli strappi muscolari possono essere classificati in questo modo: 1) vengono sfoltite poche fibre, quindi il danno è lieve e il muscolo mantiene la sua funzione contrattile nonostante sia dolorante e gonfio; 2) il danneggiamento è maggiore, sono colpite più fibre, sono presenti dolore, gonfiore, c’è una sostanziale perdita di forza, lividi e rossori nella suddetta zona; 3) le fibre sono lacerate nella totalità, vi è una completa perdita di forza, gonfiore e lividi.

Tendinopatia del polso

OTR Ortopedia - Tendinopatia del polso - Tutore polso - Dr. Gibaud

La tendinopatia del polso, definita anche tendinite o tenosinovite del polso è una condizione infiammatoria che colpisce i tendini passanti per il polso e le guaine sinoviali che li avvolgono. A volte è un processo degenerativo e dipende da una pluralità di cause come per esempio la conformazione anatomica del polso, movimenti reiterati nel tempo effettuati dalla mano ed includendo il polso, la presenza di una malattia reumatica, sovraccarichi funzionali improvvisi.

La tendinite innesca il dolore e questa sensazione porta all’infiammazione.

Artriti

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Le artriti sono infiammazioni croniche delle articolazioni. Tali infiammazioni derivano da cause sconosciute ma possono causare una pesante e consistente deformazione delle articolazioni che spegne la capacità di compiere i compiti quotidiani più semplici.

I sintomi principali dell’artrite sono dolore, gonfiore, rossore e rigidità delle articolazioni. Oltre a questo, in base al tipo di artrite, c’è la possibilità che appaiono altri sintomi quali per esempio febbre e “tofi”, che corrispondono a delle vere e proprie tumefazioni.

Fase successiva alla dismissione del gesso

OTR Ortopedia - Fase successiva alla dismissione del gesso - Tutore polso - Dr. Gibaud

In seguito ad una frattura ossea, per ovvi motivi, viene utilizzato il gesso: il supporto più efficace grazie alla propria rigidità che riesce ad apportare un elevato sostegno e ad immobilizzare la parte del corpo danneggiata così da avviare il processo di guarigione del tessuto il quale, qualora gli fosse concesso il movimento, non sarebbepossibile avviare e sarebbe presente una difficoltà seria nel corretto riallineamento delle ossa danneggiate.

Al contempo il gesso provoca, quando lo indossiamo, l’immobilizzazione dell’arto interessato quindi anche una sorta di dimenticanza da parte del cervello di come si muove il braccio, la gamba, e via discorrendo… ecco il motivo per il quale è utile nonché di fondamentale importanza la fisioterapia: così da recuperare durante il processo di riabilitazione la forza, il tono muscolare e la piena mobilità dell’articolazione in questione.

Borsiti

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Cosa sono le borse? Le borse costituiscono delle piccole sacche ripiene di liquido, esse sono poste tra due tendini oppure tra tendine e pelle, fungono da protezione delle strutture sottostanti, così da evitare eventuali sollecitazioni. Le borse sono presenti in più parti del corpo, ma le più importanti sono presenti in determinati punti strategici quali per esempio il ginocchio, l’anca, la spalla, costituiscono una sorta di cuscinetti di liquido che migliorano i carichi e la pressione in generale su tutto l’arto e grazie alla loro presenza i tendini non sfregano con le ossa.

Le borsiti costituiscono l’infiammazione delle borse. Esse figurano in due gruppi: quelle infiammatorie, come la borsite da sfregamento, la borsite chimica e quella settica, e quelle emorragiche causate da cadute o incidenti

Altre lesioni dei tessuti molli

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Con la terminologia “tessuti molli” si intende a livello medico tutto ciò che non possiede la medesima densità dell’osso. La fisioterapia nel danneggiamento dei tessuti molli è sicuramente un plus non indifferente che riduce l’infiammazione, accelera la fase di guarigione, scongiura una delle conseguenze più marcate quali la rigidità delle articolazioni o la tensione muscolare e riduce il dolore

Rizoartrosi

Buongiorno lettori, oggi vogliamo aprire una parentesi dedicata a piccoli episodi di vita quotidiana: spesso, infatti, i nostri cari e fedeli clienti cercano risposte oltre che conforto nelle parole delle nostre esperte, disponibili ed empatiche collaboratrici e nella loro tempestiva capacità di trovare soluzioni e propensione ad elargire consigli per garantire il benessere della persona che si è affidata a noi. Per questo motivo, oggi vogliamo trattare di una patologia che ha colpito alcuni tra i nostri pazienti, sostenendo quanto sia estremamente essenziale coglierne i primi sintomi, non sottovalutare la problematica ed agire con prontezza, dal momento che oggigiorno vengono proposti anche rimedi conservativi, oltre che chirurgici in casi piuttosto complicati ed estremi: la Rizoartrosi.

Partiamo con l’esplicitare cosa sia la Rizoartrosi, le sue modalità di manifestazione, precisando che noi possiamo intervenire quando si tratta di optare per un intervento conservativo, per esempio per l’inserimento di un tutore esterno che possa agire sulla mobilità del pollice (la zona interessata) per limitarne il più possibile i movimenti e, di conseguenza, il dolore.

Effettivamente tale patologia colpisce le mani, soprattutto quelle dei nostri cari nonni, dei nostri clienti che si trovano in un’età più avanzata, principalmente intacca la zona in cui è situato il pollice ovvero l’articolazione trapezio-metacarpale, in cui è localizzato questo dolore persistente e continuo, in particolare al movimento dello stesso, ma percepibile anche in un momento di staticità. Ogni attività, anche quella che può essere considerata un’azione semplice e banale come per esempio aprire la porta della propria casa girando la chiave all’interno della serratura o tentare di aprire una bottiglia d’acqua, causa dolore e vengono riscontrate difficoltà.

Tutti quei gesti apparentemente spontanei nella loro naturalezza possono causare un logoramento della cartilagine, tutti quelle movenze, dinamiche o meno, che implicano una serie di successioni dei medesimi movimenti possono comportare l’usura graduale (o talvolta improvvisa) della cartilagine.

La base del primo metacarpo costituisce una delle parti del corpo maggiormente utilizzata, se prestiamo attenzione alle nostre seppure minimali attività giornaliere e se riflettiamo estrapolandole dalla loro mera autenticità e dalla loro disinvoltura, possiamo notare quanto siano costantemente in esecuzione, quanto siano incessantemente impegnate le nostre mani. Oltre a quel lancinante e progressivo dolore alla base del pollice, un’altra caratteristica sintomatica che può apparire con lo scorrere del tempo è una tumefazione proprio in quella base. Con il termine tumefazione si intende il gonfiore della parte interessata, tale gonfiore viene determinato dal fatto che, a furia di logorarsi, la base tende a scivolare non trovando più il corretto appoggio e riscontrando l’iperplasia del tessuto connettivo.

Come fare per evitare un peggioramento della patologia, trovandosi nello status iniziale della stessa, considerando che sarebbe alquanto pretenzioso propendere per un mero inutilizzo delle mani stando fermi? E’ una pratica che in mancanza di un elemento estraneo e solo in “autogestione” non può essere duratura. E come possiamo essere utili noi di OTR Ortopedia? Noi saremo presenti nella fase preventiva e possiamo esserlo anche nell’opzione “terapia conservativa” e non invasiva. Più precisamente noi possiamo offrire dei tutori, ottimizzati in relazione allo stadio ed al livello che la patologia ha raggiunto: i nostri tutori consentono stabilizzazione nonché ordinaria funzionalità della mano, è da utilizzare in primis nel corso della giornata, per essere da supporto alla cartilagine in via di usura e consentire un ritardo nel processo di cambiamento della stessa, un aiuto concreto e pratico nelle attività meccaniche e manuali e un supporto nel consentire un certo sollievo al dolore provocato, il gonfiore, in generale l’infiammazione che è stata generata, accompagnati quindi dall’assunzione di antinfiammatori.

Un esame radiologico darà la possibilità di confermare la diagnosi di Rizoartrosi, talvolta le limitazioni a livello di mobilità e le risoluzioni precedentemente elencati non bastano per ammortizzare il peggioramento, per questo ci si rivolge agli specialisti, che terranno in considerazione un altro trattamento optando per le infiltrazioni locali o per delle tecniche chirurgiche.

In ambito chirurgico, ecco gli interventi più frequenti nella risoluzione del problema:

  • artroplastica: essa consta nella totale ricostruzione dell’articolazione attraverso di protesi;
  • artrodesi: si tratta dell’unione in modo tecnico delle ossa articolari trapezio e primo metacarpo, al fine di riportarli allo status iniziale;
  • artroscopia: con quetsa oeprazione intendiamo l’asportazione di una sezione dell’osso carpale trapezio;
  • asportazione del solo trapezio ed inserimento di spaziatori in Pirocarbonio o altri materiali sintetici (cos’è il Pirocarbonio e perché viene utilizzato proprio questo materiale? Esso è il materiale maggiormente utilizzato, insieme al silicone, per la ricostruzione di impianti protesici creati esclusivamente per le articolazioni della mano,  è un materiale inattivo, biocompatibile, quindi non genera alcune conseguenze negative entrando in contatto con l’organismo umano, possiede una certa elasticità simile a quella caratterizzante la cartilagine, disone di un elevato livello di resistenza all’usura;
  • trapeziectomia o emitrapeziectomia più artroplastica con tenosospensione: rimozione totale o parziale del trapezio e frapposizione di uno spaziatore derivante da un tendine affine arrotolato.