Valutazione Colonna Vertebrale con Spine 3D

VALUTAZIONE COLONNA VERTEBRALE SPINE 3D

Da oggi OTR ti offre la possibilità di effettuare una valutazione della colonna vertebrale con Spine3D by Sensor Medica, eccellenza tecnologica italiana nella progettazione e produzione di dispositivi di misurazione per l’analisi biomeccanica del corpo umano.

Hai mal di schiena persistente ma non vuoi esporti alle controindicazioni di una radiografia? Pensi di avere una scoliosi? 

La valutazione con Spine 3d consente una scansione tridimensionale della colonna vertebrale, grazie alla tecnologia LiDar (Light Detection and Ranging).

Non invasivo ed esente da radiazioni, consente di effettuare analisi posturali ripetute sullo stesso soggetto, senza alcuna controindicazione.

Spine 3D non sostituisce la normale diagnostica per immagini, ma è molto utile per gli esami di controllo o di follow-up o come primo esame per valutare se sia necessario sottoporsi a tecniche diagnostiche più invasive, come una radiografia, una Tac o una risonanza magnetica.

L’esame tramite Spine 3D può essere la risorsa ideale per monitorare il rischio di scoliosi nei bambini, per donne in gravidanza, che spesso sono soggette al mal di schiena, per sportivi e atleti che desiderano seguire con attenzione le fasi di recupero da un infortunio e in generale per le persone anziane colpite da osteoporosi oppure fragili che mal sopportano ad esempio la risonanza magnetica per la necessità di restare in posizione immobile e sdraiata per tempi piuttosto lunghi.

COME SI FA?

L’analisi viene eseguita facendo posizionare il paziente a 110 cm dalla telecamera inserita nella colonna di SPINE3D. L’acquisizione è molto rapida, (meno di 5 secondi) ed il paziente dovrà restare in posizione naturale con le braccia rilassate lungo i fianchi. È necessario che la schiena sia nuda e che sia visibile il solco intergluteo.

 I dati principali che il software offre sono:

  • Lunghezza, inclinazione e squilibrio della colonna lungo i piani coronale, sagittale e trasversale
  • Deviazione e rotazione vertebrale
  • Freccia cervicale e freccia lombare
  • Angolo e profondità lordosi e cifosi
  • Inclinazione e dislivello delle spalle e del bacino

Il sistema Spine3D è progettato per offrire una nuova esperienza nella diagnosi, e può rappresentare un’importante risorsa per chiunque si occupi di postura, riabilitazione e trattamento delle problematiche e delle alterazioni riguardanti la colonna vertebrale ed il piede.

 

Prenota il tuo esame con Spine 3D al nostro numero verde 800200290 o alla mail info@ottierre.it

 

Link Video Sensor Medica

https://youtu.be/dmkrdOrtAfY

 

Spine 3d Website

https://www.sensormedica.com/it/spine-3d/

 

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Io Dono : Donazione al reparto di Pediatria – Ospedale “L’annunziata” (CS)

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Io Dono : Donazione di tre supporti sacche-flebo al reparto di Pediatria dell’Ospedale “L’Annunziata” di Cosenza

I Donatori : La famiglia Coriale (da destra Marcella Gumina, il piccolo Giuseppe Francesco, Patrizio Coriale

Venerdì 28 luglio abbiamo avuto il piacere di presenziare e sostenere una splendida inziativa di solidarietà.

La signora Marcella Gumina ed il compagno Patrizio Coriale, residenti a Sankt Georgen im Schwarzwald (Germania), hanno voluto donare al reparto di pediatria dell’ospedale “Annunziata” di Cosenza tre supporti per sacche trasfusionali, flebo ed apparecchiature mediche.

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Questa donazione ha un significato speciale nel celebrare la vita.

Avviene infatti in occasione del battesimo di Giuseppe Francesco, figlio primogenito di questa generosa coppia.

Vista la distanza geografica, Marcella ha delegato la donazione dei presidi ai genitori Giuliana Rovella e Nuccio Gumina , che con entusiasmo e vitalità hanno partecipato a questa inziativa, accompagnati da Paolo, responsabile vendite OTR, sempre in prima linea nelle inziative legate alla solidarietà.

I supporti sono stati consegnati a Monia, Caposala del Reparto di Pediatria, che ha accolto noi ed i donatori con disponibilità, gratitudine e tanti sorrisi.

OTR migliora la qualità della vita.

Giuliana e Monia
Il nostro Paolo con Giuliana e Nuccio

La casa accessibile

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La Casa Accessibile

Quali sono i principi e gli accorgimenti che ispirano la progettazione e realizzazione di una casa accessibile?

Ecco qualche consiglio pratico sull’argomento.

La casa è, per definizione, uno spazio accogliente in cui chi la abita si sente sicuro e protetto.

Rendere accessibile la propria abitazione, in senso lato, significa adeguarla alle esigenze di chi la abita al fine di migliorare la propria qualità della vita. 

Dunque, la casa accessibile è un’abitazione in cui non ci sono limitazioni di vivibilità. Quando si parla di “casa accessibile” non si fa riferimento ad un modello di abitazione preciso ma si parla genericamente di appartamento senza barriere architettoniche.

L’accessibilità è un concetto che varia a seconda di ogni individuo e gli interventi necessari per una casa accessibile per disabili sono strettamente connessi ai bisogni specifici di ogni persona.

La delicata rimozione di barriere architettoniche e la scelta di arredi e impianti su misura sono gli interventi più rilevanti per assicurare autonomia di movimento e libertà per disabili e anziani.

In ogni casa priva di ostacoli architettonici le stanze sono progettate ad hoc o ristrutturate in base ai nuovi bisogni degli abitanti o abituali fruitori.

L’assenza di barriere consente anche alle persone con ridotta mobilità, per esempio in carrozzina, di accedere e muoversi in casa in completa libertà e autonomia, fruendo degli spazi di cui dispone per svolgere le proprie azioni quotidiane.

L’obiettivo di una casa accessibile è accogliere tutti, soprattutto i portatori di disabilità o anziani che hanno problemi di mobilità, spesso e volentieri impossibilitati all’accesso e fruizione di deterinate strutture abitative e non.

Per avere delle case senza barriere ogni spazio interno di un’abitazione deve essere pensato come soluzione migliore per chi vive in sedia a rotelle.

Tutti gli ambienti vanno quindi “rivisitati” al fine di adattarli alle esigenze dei disabili, e per fare questo occorre seguire alcune regole.

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INGRESSO EDIFICIO CASA ACCESSIBILE

L’edificio deve essere adeguato alle esigenze di tutti, dunque raggiungibile senza problemi anche da chi è in sedia a rotelle.

Gli accessi devono essere provvisti di rampe e una pavimentazione piana. Il campanello deve essere posto a un’altezza tale da garantire l’utilizzo a tutti.

In caso di edifici a più piani, l’ascensore o il montascale sono la soluzione ideale in presenza di scalinate.

La pavimentazione deve essere antisdrucciolevole e, in presenza di soglie, queste devono essere smussate e non più alte di un centimetro.

Come adattare la propria casa e abbattere le barriere architettoniche

L’ingresso dell’abitazione deve essere privo di scalini. La normativa italiana in materia stabilisce che la soglia può avere un’altezza massima di 2,5 cm, ma questa misura può essere un ostacolo per le carrozzine, soprattutto se elettriche. In caso di rialzo, deve essere progettata una piccola discesa così da facilitare l’accesso del mezzo a rotelle.

In una casa a prova di barriere la porta d’ingresso, come le altre, ha una larghezza minima di 80 cm, così da consentire l’ingresso anche a chi è in sedia a rotelle, e è priva di gradini, sia in entrata che in uscita.

Le porte dell’abitazione, come quelle dell’edificio in cui si trova, dovrebbero avere un peso di rimbalzo inferiore ai 12 kg e, per agevolare l’entrata e l’uscita dei disabili, dovrebbero essere provviste di un maniglione, che favorisca la chiusura senza dover manovrare nuovamente la carrozzina.

In una casa a prova di barriere la porta d’ingresso, come le altre, ha una larghezza minima di 80 cm, così da consentire l’ingresso anche a chi è in sedia a rotelle, e è priva di gradini, sia in entrata che in uscita.

In tutta l’abitazione gli interruttori della luce devono essere posizionati a un’altezza che permetta l’uso anche da parte di chi è in sedia a rotelle, mentre i corridoi non devono essere stretti, ma avere una forma tale da favorire il passaggio delle persone che utilizzano ausili, dunque una larghezza minima di 90 cm, anche se l’ideale è di 150. In questo modo, infatti, si garantisce anche la possibilità di manovra di chi è in carrozzina. Infine, è necessario proteggere pareti e spigoli dai possibili urti della sedia a rotelle.

SEDIA BASE SCALE

LA CUCINA IN UNA CASA ACCESSIBILE

Prima di tutto è necessario procedere ad una diversa collocazione degli elettrodomestici ed una nuova organizzazione del piano di lavoro.

I diversi elementi vanno collocati ad un’altezza raggiungibile sia da una persona in carrozzina che da persone basse o con difficoltà di movimento ed estensione delle braccia.

In genere è preferibile optare per un piano di lavoro sospeso, che consenta alla persona in carrozzina di avvicinarsi facilmente e senza problemi, tenendo le gambe in una posizione comoda.

La stessa cosa andrebbe fatta con il piano cottura e il lavello, da collocarsi preferibilmente uno accanto all’altro.

Un’altra opzione consiste nel posizionare il piano di cottura ad angolo rispetto al lavello, per favorire una maggiore mobilità.

Per quanto riguarda il lavello è opportuno scegliere vasche rettangolari anziché tonde. Anche la profondità delle stesse è un elemento da valutare, per evitare che si crei un ingombro per le gambe dei disabili.

CAMERA DA LETTO DI UNA CASA ACCESSIBILE

La camera da letto deve avere lo spazio necessario a non limitare il passaggio, soprattutto per garantire le manovre con la carrozzina in prossimità del letto.

I mobili devono essere disposti in modo da non limitare il passaggio, soprattutto per garantire le manovre con la carrozzina in prossimità del letto.

Lo spazio tra mobile/mobile o mobile/muro deve essere di una misura minima di 80 cm e, per consentire il passaggio carrozzina/letto e viceversa, deve essere lasciata un’area libera di almeno 120 cm.

Il letto deve avere un’altezza regolabile, nonché una rete elettrica in grado di consentire cambiamenti nella postura e il sollevamento della persona senza fatica.

Rispetto all’armadio, meglio la cabina, caratterizzata da ripiani a scorrimento elettrico, cassettiere di materiale trasparente per favorire la vista del contenuto, e ante scorrevoli, così che non necessitano di uno spazio frontale per l’apertura. Questi accorgimenti permettono anche a chi ha difficoltà motorie di raggiungere i ripiani del guardaroba e organizzarlo senza problemi.

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IL BAGNO DI UNA CASA ACCESSIBILE

Un discorso a parte merita invece il bagno per disabili, i cui sanitari ed accessori vanno disposti in maniera tale da agevolare il passaggioe la manovra dei disabili in carrozzina.

Il bagno ha dimensioni minime di 165 x 180 cm e si deve adottare una vasca o doccia a sportello provvista di una pavimentazione antisdrucciolo e una maniglia resistente per il sostegno del disabile quando si sposta dalla carrozzina alla doccia e viceversa. Stessa cosa vale per il wc, che deve essere fissato al pavimento o sospeso per un’altezza inferiore ai 45 cm e avere lo scarico messo in posizione accessibile. La posizione ideale del lavabo, invece, è a 60 cm dalla pavimentazione, e i rubinetti hanno comandi a leva o a fotocellula.

Nel bagno è preferibile utilizzare armadietti e mobili senza spigoli, porte che si aprono verso l’esterno, un pavimento antiscivolo per evitare infortuni.

Dunque non esiste una regola uniovoca nella progettazione e realizzazione di una casa accessibile. L’unica vera regola è quella di disporre spazi ed arredi in modo da facilitare al massimo la libertà ed autonomia di chi ha problemi di mobilità. 

Nei prossimi articoli entreremo nel merito dell’arredamento della Casa Accessibile e delle detrazioni e sgrafi fiscali connessi a questo tipo di esigenze..

Paralisi Cerebrale Infantile

Paralisi celebrale infantile

Paralisi Cerebrale Infantile

Paralisi cerebrale infantile

La Paralisi Cerebrale Infantile nasce da una lesione permanente, non graduale, del cervello in via di sviluppo, lesione che può manifestarsi prima, durante o successivamente la nascita. Si presenta come dei disturbi neurologici che vanno in qualche modo a variare, ad intaccare nella totalità la crescita del bambino in quanto incide in maniera più o meno grave sull’attività motoria, quindi sul movimento, sulla postura. A questi disturbi possono associarsi problemi sensoriali, soprattutto visivi, difficoltà comunicative, difficoltà nell’atto della deglutizione e problemi di tipo emotivo che apportano delle complicanze nell’instaurare rapporti interpersonali. La lesione di riferimento non può essere reversibile, le varie reazioni ad essa sono cangianti e possono produrre modifiche nel corso della crescita.

Paralisi celebrale infantile

Come si manifesta? Nei primi anni di vita, a due anni, a tre anni, i sintomi risultano molto evidenti: lo sbilanciamento nell’attitudine a effettuare dei movimenti è molto oscillante in relazione alla zona del corpo interessata, al numero di arti implicati, al coinvolgimento o meno del busto, del tronco. E’ vero che in alcuni casi accorgersene diventa maggiormente complicato in quanto la lentezza nei movimenti, la mancanza di praticità negli stessi, può essere ricollegata anche a primo impatto a una sorta di impaccio motorio. Ma nel momento cruciale della riuscita dei primi passi, nel momento in cui superati gli 8 mesi si hanno le prime complicanze, potrebbe verificarsi una situazione di questo tipo: non riuscire a camminare, non riuscire a stare seduti per via di una lieve acquisizione del controllo del tronco, gli arti sono rigidi o di contro molli, il cammino risulta disarmonico, i movimenti irregolari, lenti o al contrario rapidissimi ma sicuramente accidentali.

Come anticipavamo nella premessa, il bambino può accusare altre tipologie di problematiche oltre a quelle strettamente collegate a postura e movimento: stitichezza, epilessia, impedimenti nella fluidità della comunicazione, problematiche a livello comportamentale , difficoltà visive, uditive e respiratorie.

Ovviamente non tutti i soggetti accusano le predette problematiche, da qui l’intenzione da parte di Hagberg di classificare e distinguere le paralisi in relazione ai vari disturbi manifestati:

  • paralisi cerebrale spastica: i muscoli sono rigidi e resistenti, si tratta di ipertono muscolare;
  • paralisi cerebrale discinetica: movimenti involontari e postura anomala;
  • paralisi cerebrale atassica: difficoltà nel mantenere l’equilibrio e la coordinazione nei movimenti;
  • paralisi cerebrale mista: disturbi motori
Paralisi cerebrale infantile

Come sottolineato nell’introduzione, le cause della paralisi cerebrale infantile (PCI) possono essere spalmate in tre gruppi: pre-natali, peri-natale e post-natali. Quindi da ciò possiamo asserire che la genetica, la conduzione della gravidanza, lo stato di salute della madre nonché le alterazioni della pressione del sangue e la sua età possono essere determinanti e figurano sicuramente tra i fattori di rischio per lo sviluppo della Paralisi Cerebrale infantile.

Come viene diagnosticata? solitamente viene identificata intorno al diciannovesimo mese, in caso di comportamenti, atteggiamenti, problemi specifici può essere accertata anche prima tant’è che viene effettuata la risonanza e l’ecografia anche in precedenza: la prima, la risonanza magnetica, è lo strumento maggiormente efficace per ricevere eventuali risposte, la seconda, quindi l’ecografica transfontanellare, usufruisce delle onde sonore ottenute grazie ad una sonda che viene poggiata sul capo del bambino.

Chiaramente in relazione alla classificazione della paralisi di riferimento ed ai disturbi associati, verranno poi prescritti altri esami/controlli da effettuare.

Paralisi cerebrale infantile

Le conseguenze derivanti, i disturbi derivanti dalla paralisi cerebrale infantile non possono annullarsi, è una condizione con cui è necessario convivere, ma possono mutare nel corso del tempo e con determinati accorgimenti del caso. Ricordiamoci che i bambini imitano il nostro comportamento e questo è un punto iniziale dal quale poter partire in termini di apprendimento, di funzionalità e di movimento. Si può inoltre agire in chiave preventiva premendo sull’evitare il degenerare e il processo di peggioramento dei disturbi: famiglia e riabilitazione diventano le colonne portanti del bambino. In che modo possiamo essere utili noi di OTR Ortopedia? E quale sostegno possiamo conferire insieme agli altri operatori impegnandoci nei progetti riabilitativi condivisi?

Il progetto riabilitativo viene comunicato alla famiglia di appartenenza e più figure professionali vengono coinvolte, tra queste sono presenti senz’altro:

  • neuropsichiatra infantile, che diagnostica la paralisi cerebrale infantile e procederà con l’iter di accertamenti
  • fisiatra, in modo da concedere uno sguardo ai problemi motori e posturali
  • psicologo, così da accompagnare il bambino e la famiglia
  • logopedista, un ruolo chiave per le funzioni comunicative e cognitive
  • educatore, per l’integrazione sociale nonché scolastica
  • insegnante di sostegno, che possa far adattare al bambino un determinato programma di insegnamento/apprendimento
  • tecnico ortopedico, per le ortesi e gli ausili utili al bambino

Storie e curiosità: l’arrivo del marchio Dr. Gibaud all’interno del commercio italiano

Storie e Curiosità: l’arrivo del marchio Dr. Gibaud all’interno del commercio italiano

OTR Ortopedia - Linea Ortho - Dr Gibaud - filiale di Catanzaro

La storia della nascita e dello sviluppo del marchio Dr. Gibaud ci ha particolarmente colpiti per la caparbietà, l’audacia intrinseca e la propensione alla ricerca del benessere offrendo sempre soluzioni migliorative espandendo il raggio d’azione e il riferimento ad un’altra tipologia di target, trasformandosi ed evolvendosi sempre a favore dei consumatori finali mantenendo e trovandosi supportata dal classico e tradizionale aspetto aziendale familiare che consente di detenere il potenziamento e la crescita tramandando l’attività da generazione in generazione.

La famiglia “Pichon” investe per l’apertura di una nuova azienda tessile intorno al 1890 in Francia, a Saint-Etienne. Il Dr. Gibaud è molto amico del titolare, condividono la passione della pesca e della caccia ed è proprio durante una battuta di pesca che nasce l’idea di creare la cintura elastica in lana per il trattamento del dolore nelle fasi acute di lombalgie, coliti e coliche renali.

 

In Italia il marchio nasce in coordinazione con l’azienda Dual Sanitaly, un’impresa piemontese a gestione familiare il cui fondatore è il Comm. Eugenio Audisio il quale, alla fine degli anni “40, colpito da una forte lombalgia nel corso di un viaggio in Francia, si reca in farmacia e qui acquista, seguendo il consiglio del farmacista, una cintura Gibaud. Così, casualmente e senza volerlo, si è ritrovato a testare l’efficacia e l’utilità del prodotto e, per questo motivo, ad avanzare la volontà di stringere una collaborazione con la casa madre francese. Il Comm. Audisio non stava portando in Italia solo un mero articolo commerciale dal quale tutti ne avrebbero tratto beneficio fisico, stava per rivoluzionare il concetto di benessere e salute anche introducendo questi prodotti all’interno di uno spazio farmaceutico, dando un nuovo volto, una nuova sfaccettatura, una nuova interpretazione che prima era solo potenziale adesso sarebbe diventata effettiva con questo slancio innovativo proponendo l’introduzione di un articolo tessile acquistabile presso una farmacia.

Nonostante il carattere innovativo dell’intenzione, la natura tessile dell’articolo lasciava un po’ di dubbi ai farmacisti, ma ciò non bloccò le aspettative né i desideri del Comm. Audisio, che iniziò a investire dando vita a varie campagne pubblicitarie quando fece capolino in Italia la tv così da garantirsi una fetta copiosa di pazienti che avrebbero richiesto essi stessi il prodotto in farmacia, tutto ciò venne incrementato nel corso degli anni Sessanta/Settanta, fino a giungere all’ascesa negli anni Novanta.

 

La dedizione al lavoro, la volontà di estendersi toccando ambiti che in altri modi non avrebbe raggiunto, ha spinto il produttore a modulare e modificare anche il processo di lavorazione dei prodotti, o meglio ad incrementarlo, a spingersi oltre cercando di ampliare gli orizzonti ed il target di riferimento, per questo motivo nasce la Linea Sport, inserita in chiave di supporto nel corso di un corretto allenamento, la Linea Ortho, con articoli presenti e di cui si può usufruire in chiave preventiva. Corsetti, busti, cavigliere e tutti i prodotti trattati rientrano sicuramente nella categoria che non solo lavora in maniera ottimale favorendo una ripresa più rapida, ma agisce anche in modo preventivo sul nostro corpo, sulla nostra postura. 

 

L’aerosolterapia in età pediatrica

OTR ORTOPEDIA - L'aerosolterapia in età pediatrica - BimboNeb

L’aerosolterapia in età pediatrica

OTR ORTOPEDIA - L'aerosolterapia in età pediatrica - BimboNeb

Attraverso l’ausilio del trattamento denominato per l’appunto “aerosolterapia” riusciamo a tenere pulite, fresche e libere le vie respiratorie, scongiurando le varie difficoltà alle quali possiamo incorrere nel corso della quotidianità.

Grazie all’ausilio dell’aerosol e degli accessori che permettono la trasformazione dei farmaci inseriti in nebbiolina leggera composta da piccole goccioline, riusciamo ad raggiungere i polmoni ed i bronchi una volta inalata.

Si tratta di una vera e propria terapia prescritta dal proprio medico curante ed è necessario seguire le sue indicazioni circa dosi quantitative e modalità d’uso, sebbene essa non possa chiaramente essere la risposta universale per qualsiasi tipologia di dolore/problematica che insorge e che interessa i polmoni e le suddette zone corporee.

È estremamente utile e vantaggiosa in caso di asma bronchiale, di laringite, di broncopolmonite e altre malattie dei polmoni.

Nel caso in cui la tosse sia causata da un broncospasmo, come succede nell’asma e nelle bronchiti asmatiche, l’aerosol è decisamente efficace perché porta il farmaco direttamente sulla superficie dei bronchi infiammati, ma in questo caso occorrerà utilizzare specifici farmaci broncodilatatori.

Effettivamente sono presenti in commercio diverse tipologie e modelli per l’aerosolterapia: dai più semplici a quelli più complessi in termini di utilizzo, ma la scelta dipende anche dal farmaco che bisogna somministrare, dalla rapidità d’azione e anche dall’età anagrafica del paziente di riferimento. 

Quello più semplice in termini di utilizzo è il nebulizzatore, il kit è formato da un’ampolla contenente il farmaco liquido, un compressore che influssi aria e trasforma il liquido in nebbiolina, un tubicino di gomma che lo collega agli accessori posizionati sulla bocca o sul naso del bambino (boccaglio, maschera facciale, forcelle nasali, ecc.), un sistema d’alimentazione a batteria o a rete elettrica per farlo funzionare.

I bambini non sempre riescono ad essere collaborativi, la loro vivacità, la loro dinamicità, tendono ad essere in qualche modo bloccate e limitate, ovviamente non hanno la propensione, la maturità di prestare attenzione, talvolta nutrono fastidio, paura già solo nel pensare alla somministrazione/terapia, soprattutto nei primi anni di vita, sebbene mamma e papà riescano in qualche modo a inserire parole di incoraggiamento e eventuali distrazioni al fine di garantire una celere guarigione.

Il bambino deve essere sereno, tranquillo, calmo, rilassato: solo così l’uso dell’apparecchio potrà essere ottimizzato al massimo, motivo per il quale essendoci bisogno di tempo per via di una somministrazione più ampia, si tende a dedicarsi ad altre attività durante la terapia. Così da evitare l’ascolto del ronzio (sebbene siano presenti in commercio anche aerosol silenziosi progettati per evitare questo gap) e distrarre il bambino.

Questa tipologia di farmaci dovrebbe essere somministrata quando il bambino è calmo e con un respiro tranquillo. Non è consigliata la somministrazione durante il sonno: durante il sonno la respirazione è superficiale e l’aerosol non arriverebbe alle diramazioni più piccole dell’albero bronchiale (i bronchioli).

 

In che modo possiamo aiutarti noi di OTR Ortopedia?

Oggi vogliamo trattare di “BimboNeb”, il cui design è stato ideato proprio per presentarsi in modo “amichevole” e giocoso nei riguardi del bambino: il sistema modulare per l’aerosolterapia.

Si tratta del primo apparecchio per aerosolterapia dotato di due diversi terminali per il trattamento differenziato delle alte e delle basse vie respiratorie.

BimboNeb è largamente usato in pediatria, sin dalle prime settimane di vita, essendo affidabile, sicuro e confortevole anche per i pazienti più piccoli a tutela della loro salute.

Cosa troviamo al suo interno? Abbiamo inserito un video nelle nostre piattaforme social: il KIT PERFECTA studiato specificatamente per il trattamento delle basse vie aeree dei pazienti più piccoli. E’ dotato di ampolla con maschera volumetrica che favorisce un elevato deposito bronchiale del farmaco nebulizzato. L’ampolla a doppio effetto Venturi garantisce un trattamento più veloce e funziona correttamente anche se inclinata e il RINOWASH ovvero la doccia nasale adatta ad ogni età e ben tollerata dai più piccini grazie al terminale morbido. Il pulsante per attivare l’erogazione è ergonomico e più confortevole. Il nuovo atomizzatore garantisce una maggiore rapidità e una sicura efficacia del trattamento delle vie aeree superiori.