Paralisi Cerebrale Infantile
La Paralisi Cerebrale Infantile nasce da una lesione permanente, non graduale, del cervello in via di sviluppo, lesione che può manifestarsi prima, durante o successivamente la nascita. Si presenta come dei disturbi neurologici che vanno in qualche modo a variare, ad intaccare nella totalità la crescita del bambino in quanto incide in maniera più o meno grave sull’attività motoria, quindi sul movimento, sulla postura. A questi disturbi possono associarsi problemi sensoriali, soprattutto visivi, difficoltà comunicative, difficoltà nell’atto della deglutizione e problemi di tipo emotivo che apportano delle complicanze nell’instaurare rapporti interpersonali. La lesione di riferimento non può essere reversibile, le varie reazioni ad essa sono cangianti e possono produrre modifiche nel corso della crescita.
Come si manifesta? Nei primi anni di vita, a due anni, a tre anni, i sintomi risultano molto evidenti: lo sbilanciamento nell’attitudine a effettuare dei movimenti è molto oscillante in relazione alla zona del corpo interessata, al numero di arti implicati, al coinvolgimento o meno del busto, del tronco. E’ vero che in alcuni casi accorgersene diventa maggiormente complicato in quanto la lentezza nei movimenti, la mancanza di praticità negli stessi, può essere ricollegata anche a primo impatto a una sorta di impaccio motorio. Ma nel momento cruciale della riuscita dei primi passi, nel momento in cui superati gli 8 mesi si hanno le prime complicanze, potrebbe verificarsi una situazione di questo tipo: non riuscire a camminare, non riuscire a stare seduti per via di una lieve acquisizione del controllo del tronco, gli arti sono rigidi o di contro molli, il cammino risulta disarmonico, i movimenti irregolari, lenti o al contrario rapidissimi ma sicuramente accidentali.
Come anticipavamo nella premessa, il bambino può accusare altre tipologie di problematiche oltre a quelle strettamente collegate a postura e movimento: stitichezza, epilessia, impedimenti nella fluidità della comunicazione, problematiche a livello comportamentale , difficoltà visive, uditive e respiratorie.
Ovviamente non tutti i soggetti accusano le predette problematiche, da qui l’intenzione da parte di Hagberg di classificare e distinguere le paralisi in relazione ai vari disturbi manifestati:
- paralisi cerebrale spastica: i muscoli sono rigidi e resistenti, si tratta di ipertono muscolare;
- paralisi cerebrale discinetica: movimenti involontari e postura anomala;
- paralisi cerebrale atassica: difficoltà nel mantenere l’equilibrio e la coordinazione nei movimenti;
- paralisi cerebrale mista: disturbi motori
Come sottolineato nell’introduzione, le cause della paralisi cerebrale infantile (PCI) possono essere spalmate in tre gruppi: pre-natali, peri-natale e post-natali. Quindi da ciò possiamo asserire che la genetica, la conduzione della gravidanza, lo stato di salute della madre nonché le alterazioni della pressione del sangue e la sua età possono essere determinanti e figurano sicuramente tra i fattori di rischio per lo sviluppo della Paralisi Cerebrale infantile.
Come viene diagnosticata? solitamente viene identificata intorno al diciannovesimo mese, in caso di comportamenti, atteggiamenti, problemi specifici può essere accertata anche prima tant’è che viene effettuata la risonanza e l’ecografia anche in precedenza: la prima, la risonanza magnetica, è lo strumento maggiormente efficace per ricevere eventuali risposte, la seconda, quindi l’ecografica transfontanellare, usufruisce delle onde sonore ottenute grazie ad una sonda che viene poggiata sul capo del bambino.
Chiaramente in relazione alla classificazione della paralisi di riferimento ed ai disturbi associati, verranno poi prescritti altri esami/controlli da effettuare.
Le conseguenze derivanti, i disturbi derivanti dalla paralisi cerebrale infantile non possono annullarsi, è una condizione con cui è necessario convivere, ma possono mutare nel corso del tempo e con determinati accorgimenti del caso. Ricordiamoci che i bambini imitano il nostro comportamento e questo è un punto iniziale dal quale poter partire in termini di apprendimento, di funzionalità e di movimento. Si può inoltre agire in chiave preventiva premendo sull’evitare il degenerare e il processo di peggioramento dei disturbi: famiglia e riabilitazione diventano le colonne portanti del bambino. In che modo possiamo essere utili noi di OTR Ortopedia? E quale sostegno possiamo conferire insieme agli altri operatori impegnandoci nei progetti riabilitativi condivisi?
Il progetto riabilitativo viene comunicato alla famiglia di appartenenza e più figure professionali vengono coinvolte, tra queste sono presenti senz’altro:
- neuropsichiatra infantile, che diagnostica la paralisi cerebrale infantile e procederà con l’iter di accertamenti
- fisiatra, in modo da concedere uno sguardo ai problemi motori e posturali
- psicologo, così da accompagnare il bambino e la famiglia
- logopedista, un ruolo chiave per le funzioni comunicative e cognitive
- educatore, per l’integrazione sociale nonché scolastica
- insegnante di sostegno, che possa far adattare al bambino un determinato programma di insegnamento/apprendimento
- tecnico ortopedico, per le ortesi e gli ausili utili al bambino