Processo di Laminazione – Protesi Arto Inferiore

Processo di laminazione invaso protesi di arto inferiore

Ci troviamo nei nostri laboratori, in cui ogni strumento ed ogni materiale vengono destreggiati e maneggiati con estrema cura e professionalità. Non si tratta solo di un lavoro di squadra, ma anche di una miscela di oggetti che permettono la composizione di un altro oggetto ancora che si incarna quindi nel prodotto finito.
Metaforicamente quindi persino i nostri materiali effettuano un lavoro di intreccio di intenti come se appartenessero ad un team in modo consapevole!!!

Il nostro abile ed esperto tecnico Francesco prepara la resina “vinilestere”, utile per il processo di laminazione.
Questo tipo di resina ha proprietà leggermente diverse rispetto sia alla resina classica acrilica alla quale siamo comunemente abituati sia a quella epossidica, che solitamente se non mescolata bene rilascia delle bolle d’aria.
La resina vinilestere infatti riesce a assicurare una connessione migliore con le fibre di carbonio e in questo modo viene garantita una maggiore rigidità nonostante lo spessore ridotto al minimo dei laminati essendoci la possibilità di inserire poche stratificazioni.

Vi siete mai chiesti cosa c’è dietro la creazione di un prodotto finito?? 
La resina diventa protagonista ed elemento essenziale nella conduzione del processo di laminazione dell’invasatura della protesi di arto inferiore.

Il nostro tecnico ortopedico effettua questa fase di lavorazione con lo scopo di rinforzare l’area d’appoggio sottorotuleo, più precisamente nel video sottostante vi mostriamo come, dopo aver versato la resina, sia utile e cruciale chiudere l’estremità del sacco e distribuire la resina stessa in modo uniforme attraverso movimenti ben mirati effettuati con l’aiuto di una cordicina oppure di un piccolissimo tubo di gomma al fine di scongiurare la presenza di eventuali bolle d’aria che si vanno a formare in corso d’opera.
Quello che sembra un piccolo dettaglio, risulta invece essere un elemento estremamente basilare.

Tutore Afo Botter

Tutore Afo Botter

Con la supervisione di Luigi Ieraldi – Tecnico Ortopedico.

Il piccolo Alessandro è il nostro primo paziente a cui abbiamo realizzato il tutore Afo Botter.
Non sapevamo come sarebbe andata ma, visti i risultati ottenuti, possiamo affermare che Alessandro rappresenta un successo tant’è che il dottore ha preso la decisione di rinnovare, vista la crescita, la stessa tipologia di tutore.
Rispetto alla volta precedente, la rilevazione delle misure non è stata effettuata mediante il classico metodo del calco in gesso bensì usufruendo dell’innovativo lettore scanner con l’aiuto del supporto trasparente.

Sala Esame Baropodometrico
Supporto trasparente e Scanner

I nostri esperti tecnici ortopedici utilizzano questi strumenti per la scansione dell’arto inferiore.
Esaminiamo le parti in modo più dettagliato:
– supporto trasparente sul quale si poggia l’arto, il tutto risulta assolutamente indolore, nonché molto pratico ed immediato, del tutto non invasiva, la sua funzionalità è quella di consentire il raccoglimento di forma e dati di quel determinato segmento del corpo;
– schermo raffigurante il progetto che permette di visualizzare i movimenti da effettuare per una corretta progettazione;
– software collegato allo schermo che garantisce la realizzazione del modello positivo scansionato in precedenza per poi passare alla termoformatura.
Da sempre usufruiamo di questa metodologia per avere una prima valutazione circa la condizione degli arti inferiori dei pazienti in esame o anche per controlli periodici che possano in qualche modo comunicarci una sorta di miglioramento della diagnosi degli stessi così da avere la possibilità di offrire nuove opportunità terapeutiche.

Il tutore Afo Botter è costruito su misura e costituisce un’ortesi gamba – piede dinamica applicata per la restituzione di energia e realizzata in fibra di carbonio: facilmente indossabile, può essere inserita nelle classiche calzature, conservando  flessibilità e resistenza sotto carico e sforzo nonché la stessa modalità di passo.

E’ stato appositamente creato per garantire un maggior controllo del piede, dell’articolazione tibio-tarsica e del ginocchio.

Viene prescritto per patologie neurologiche sia congenite che acquisite, è formata da una scarpetta di contenzione al piede con una base calibrata in relazione al tacco e un avampiede con la punta verso l’alto.

Sul tallone si nota una balestra formata da fibre di carbonio e fibre aramidiche, inserite una sopra l’altra. Proprio queste fibre e il loro connubio garantiscono resistenza, elasticità e risposta dinamica.

Tutore afo botter misure
Tutore afo botter

Alba Mobility

Quando innovazione e versatilità si incontrano si viene a creare un connubio armonioso e ineccepibile finalizzato al benessere e alla semplicità di conduzione della vita migliorandone la qualità: la promessa di uno spostamento sicuro è certamente presente tra gli step da tenere in considerazione. Lo spirito che porta alla voglia di cambiamento di Alba Mobility, un’azienda di veicoli a motore fornitrice di Golf Cart, si intreccia con la nostra natura eclettica concedendoci quindi la facoltà di abbracciare un rivoluzionario concetto di mobilità e di ottimizzare l’utilizzo delle macchine da Golf riservandole però ad un pubblico più ampio e che ci sta a cuore: i nostri pazienti, ai quali, essendo appunto importanti per noi, vogliamo offrire un vasto ventaglio di scelta tra diversi ausili…

Alba: il quadriciclo leggero ed ecosostenibile.

E’ elettrica: garante di un’efficienza elevata e di massima autonomia nei processi di recupero di energia all’accelerazione e alla decelerazione.

E’ sicura: nella parte superiore della sua struttura sfodera un telaio autoportante molto resistente e con prominente sicurezza tensionale in caso di urto e ribaltamento al fine di mitigare ogni tipo di tendenza alla corrosione, inoltre i freni sono progettati con materiale anti-usura.

E’ stabile: la piacevole guida è concessa anche dalla fluidità e dalla padronanza che il mezzo riesce a mantenere sulla strada oltre che sul campo da golf.

E’ ricaricabile anche in casa senza il bisogno di usufruire di colonnine esterne, grazie al caricabatterie incluso negli accessori della macchina. 

E’ ecologica: aspira ad un meccanismo di circolazione a impatto zero al fine di ridimensionare l’inquinamento atmosferico ed acustico. Una visione eco-friendly per promuovere la salvaguardia del pianeta, un’estetica dal design accattivante creata e curata da Walter de Silva.

E’ confortevole: la comodità sulla seduta rende piacevole il tragitto, la regolabilità del volante (munito dei comandi necessari per garantire una guida ideale) a livello di altezza e di inclinazione consente al guidatore la scelta di una posizione più idonea alla sua corporatura e alla propria preferenza.

E’ tecnologica: è stato aggiunto agli ingranaggi il freno di stazionamento elettromagnetico ad innesto automatico in modo tale che rilasciando il pedale dell’acceleratore, il blocco automatico impedisce movimenti del cart in terreni con una pendenza ragguardevole, in più la doppia presa usb costituisce un accessorio non da poco conto.

E’ proficua per i gradi di luminosità emanati dai fari al LED e la loro distesa durata.

E’ ottimizzata persino per l’oggettistica che vogliamo portare con noi: il cruscotto è formato da spaziose sezioni.

E’ romantica… la sua struttura munita di aperture laterali concede l’opportunità di ammirare i panorami mozzafiato intorno a noi grazie a questa ampia visibilità che ci offre.

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Niventa | Soluzioni Globali per RSA

niventa armadi

Otr Ortopedia e Niventa insieme nella condivisione dei medesimi ideali, con l’intento di migliorare la qualità della vita.

Ciò che ci ha colpito dell’azienda è proprio lo spirito, la volontà di rendere piacevole un soggiorno a tutti coloro che si allontanano dalla propria casa, nolenti o volenti, e che vivono il distacco in maniera molto nostalgica ma che, una volta accarezzati da quell’atmosfera calda e accogliente, da quell’ambiente personalizzato e domestico che Niventa può creare ad hoc in base alle esigenze, non hanno più intenzione di abbandonare, percependolo come la propria dimora condivisa con gli altri residenti, instaurando dei significativi rapporti interpersonali, dei legami stretti e profondi.

Ecco quindi cosa si riesce a costruire in realtà Niventa: non solo pareti, non solo armadi dai colori tenuti, forti o un po’ più opachi e chiari, non solo la consona oggettistica ed ogni tipo di confort, ma anche la formazione spontanea di una seconda, nuova, comprensiva e bellissima famiglia pronta ad aiutarli ed accoglierli…

Il nostro pensiero vola proprio verso questa istituzione, che è poi la più potente di tutte, in grado di smuovere ogni piccola vibrazione ed emozione: la famiglia.

niventa

Siamo soliti immaginare le strutture per l’accoglienza come una sorta di “non-luogo” (se vogliamo riprendere il concetto cardine su cui si basa la teoria dell’antropologo Marc Augé), che ricadono nell’anonimato, nell’uguaglianza sistematica e imposta dal sistema della struttura stessa, nella ripetitività di azioni e condizioni interne vigenti, nello stato di “passaggio”, nella percezione di una situazione momentanea, nella noia, nel grigiore e nella freddezza dell’atmosfera proposta e spontaneamente generata.

Questo pensiero, sicuramente di gran lunga pregno di pregiudizi e ovviamente una convinzione interiorizzata erroneamente, cozza aspramente con la lettura in chiave moderna dell’aspetto che esse in realtà possiedono nonché dei cambiamenti positivi che le RSA riescono ad apportare al contesto in cui le persone anziane si trovano, alla loro percezione della solitudine, al loro umore, al loro stato d’animo in quanto, ormai avanti con gli anni e a causa della scarsa mobilità, risultano inevitabilmente bisognosi di assistenza.

Il classico aspetto ospedaliero ormai è quindi un lontano ricordo, così come il concetto di solitudine: il tepore rassicurante, la felicità che traspare negli occhi degli ospiti emana un senso di condivisione, di unità, di unicità. Non è più un complesso assistenziale, ma una casa vacanza, un hotel: abbiamo avuto modo di sfogliare in anteprima il nuovo catalogo, di osservare gli scatti sia di nuove progettazioni in cantiere che di fasi di montaggio e ridefinizioni realizzate a tutto punto e ciò che arriva osservandoli è proprio questa sensazione di tranquillità, serenità, spensieratezza, quiete.

Vivere le conseguenze della pandemia ci ha portato inevitabilmente a riconsiderare le priorità, per noi il benessere psicologico, fisico, il miglioramento della qualità della vita ha da sempre la precedenza.

niventa armadi

Andando maggiormente a fondo, la foto sovrastante raffigura una delle camere di una Residenza Sanitaria Assistenziale presente nella città di Arezzo, una delle tante che Niventa ha curato in modo meticoloso in base alla richiesta ricevuta, al budget investito, alle necessità degli anziani residenti e del gestore. Sicuramente l’accuratezza e la gestione esecutiva richiedono degli step imprescindibili: dallo studio tecnico e progettazione completa digitale che consente di riprodurre a livello visivo ciò che concretamente sarà realizzato, alla produzione artigianale degli arredi e degli ausili, quindi il passaggio costruttivo, effettuato in falegnameria, delle forniture e di ogni dettaglio occupante ogni piccolo spazio presente negli interni, con la possibilità di proporre una mobilia su misura e personalizzata oltre che chiaramente pratica, facilmente igienizzabile per andare incontro agli operatori e soprattutto dotata di tutte le certificazioni richieste nel campo medicale, al montaggio promosso dall’èquipe aziendale che provvederà quindi a mettere in pratica il progetto a livello di forma ed estetica, agli accessori aggiuntivi per rendere l’ambiente non solo confortevole e comodo ma anche maggiormente ottimizzato, alla fornitura di eventuali altri gadget, anche tecnologici (plus che ci ha particolarmente colpiti!).

I tuoi ospiti hanno già il tuo appoggio, la tua comprensione, la tua dedizione, il tuo altruismo, il tuo aiuto ed il tuo amore disinteressato… sei pronto ad assicurare una permanenza ulteriormente impeccabile? 

Karma on the Road

Siamo abituati a conferire agli angeli canonicamente delle larghe ali ricoperte di piume, un aspetto soave reso luminoso da un bagliore bianco, dei colori chiari, una tranquillità calda, rassicurante, protettiva.

Oggi noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerne due tra essi, in veste di umani, con la loro stessa luce, i loro stessi valori: altruismo, generosità, umanità, empatia… con un’indole carica, energica, combattiva, vivace, avventuriera, con un’emozione incalzante percepita nell’istante in cui hanno iniziato a raccontarci della loro esperienza, del loro viaggio, del loro progetto solidale, con gli occhi a tal punto espressivi da riuscire a vedere i panorami mozzafiato incontrati arrivando fino a qui, fino a noi.

Luca in sella ad una bicicletta e Giulia alla guida di un camper, muniti semplicemente del loro grande cuore: l’elemento che basta per generare qualcosa di veramente grandioso, un’impresa così nobile.

Karma on the Road è un’associazione no-profit, nasce con l’intento di aiutare il prossimo, di raggiungere coloro che vivono in una parte meno fortunata del mondo, l’Africa, dapprima guidando una moto, assaporando la libertà nel vento, attraversando la sabbia, trovando nella pioggia un senso di naturalezza, e attualmente con spedizioni di “pacchi da giù” contenenti quello che materialmente rappresenta il carico di protesi usate raccolte ma che cela una miriade di opportunità, di possibilità nei movimenti, di rinascita: una coordinazione sinergica tra forza di volontà, comprensione dell’altro, voglia di far riassaporare la vita, una vita nuova per chi non può usufruire delle nostre stesse cure mediche.

Utilizziamo l’espressione “vita nuova” per via della terminologia fornita dal caro Luca il quale, in seguito all’amputazione dell’arto inferiore a causa di un incidente avvenuto nel 2016, considera il suddetto anno, l’anno della propria “rinascita”, della propria ripartenza, incominciando proprio dall’Africa a 9000 km di distanza, aprendo una raccolta fondi che ha garantito l’invio di 206 protesi e sostenendo Legs4Africa, un ente di beneficenza che da anni ricicla le protesi usate nei paesi più sviluppati per poi spedirli in Africa.

“Più utilizzavo la mia protesi, più la sentivo forte
e capivo quanto invece fosse debole la gamba che possedevo prima”.

Canali social Karma on the Road:

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