Fasi di creazione delle Calzature su Misura – Scarnitura e Giuntatura

Oggi vi porteremo con noi nella sezione cucito dei nostri laboratori, vi mostreremo le mani della nostra capace orlatrice, della nostra preparata sarta, alle prese con i processi che tecnicamente vengono definiti “scarnitura” e “giuntatura”, le fasi che susseguono quella dell’incisione e del taglio della pelle.

Far scorrere i bordi della tomaia nella nostra tradizionale smussatrice/scarnitrice, permette la loro “bisellatura” così da apportare una riduzione allo spessore degli stessi. Rendere la pelle (o altro materiale di cui si usufruisce per la composizione della tomaia e della fodera) più sottile è un processo essenziale in quanto in caso contrario l’eccessiva grandezza del cuoio potrebbe compromettere la comodità e la vestibilità della scarpa.

Tra l’altro è necessario considerare e vagliare ogni piccolo millimetro in quanto ogni parte deve essere della stessa dimensione, del medesimo spessore, per poi essere preparati al loro assemblaggio.

Lo sapevi che statisticamente il numero di procedimenti che vengono messi in atto per plasmare una scarpa è pari a circa 200 operazioni??
Un lavoro artigianale compiuto ad hoc, un lavoro composto da passaggi che talvolta hanno l’obbligo di ripetersi!!!
Chiaramente leggendo non si possono percepire in modo netto le ore ed ore di lavoro intervallati e dilatati nel corso di più giorni, non lasciatevi ingannare dai tagli nel video!!!

Per noi è estremamente soddisfacente raggiungere la consapevolezza che le scarpe su misura indossate dai nostri clienti siano frutto di considerevoli movimenti artigianali effettuati a più mani che vanno ad intrecciarsi abilmente tra loro, dalla scelta dei materiali, del tipo di pelli da adoperare alla rifinitura finale, e chi compie tali movimenti deve chiaramente metterci del suo.
Riflettevamo appunto sulle doti innate di ogni nostro dipendente: la meticolosità, l’attenzione, la precisione, la pazienza, l’accortezza volte ed affinate appunto per assicurare il prodotto finito ideale.

Fasi di creazione delle Calzature su Misura – Modello e Sviluppo

L’immensità delle nostre pareti: metaforicamente il nostro personale ponte Milvio.
Ci riferiamo ai muri della sede legale sita a Simeri Crichi e alle forme prese su misura e appese sugli stessi. Le forme sono i nostri lucchetti del ponte, come simbolo del grande valore e dell’unicità di ogni nostro paziente: dietro ogni lucchetto c’è una storia, dietro ogni forma una possibilità, un miglioramento della qualità della vita, un vostro sorriso ricevuto con cordialità.

Ma a cosa servono tutte queste forme? Vengono utilizzate per la creazione di scarpe su misura, un’operazione estremamente complessa, ma non per i nostri abili esperti del settore che, con occhio attento e mani preparate e salde, lavorano con molta cura e accortezza al servizio dei bisogni dei nostri clienti.

Esse rappresentano una parte concreta del raccolto seminato in tutti questi 40 anni di esperienza, un ricordo di tutte quelle persone a cui abbiamo realmente migliorato la qualità della vita, un retaggio di storie, imprevisti, problematiche di vario genere che voi avete scelto di condividere con noi e di accettare il nostro contributo, il nostro aiuto e noi non possiamo che esserne immensamente grati.

Da dove si parte precisamente? Sembrano esserci così tante fasi concatenate che dal di fuori viene difficile sbrogliare la matassa arrivando alla parte iniziale del gomitolo.
La procedura si scandisce nell’osservazione della forma in tutta la sua interezza, sembra banale e quasi ovvio come passaggio iniziale, ma serve sostanzialmente per visualizzare mentalmente in anticipo la struttura che avrà la scarpa coordinando le sue misure. Per poi procedere con la stesura del modello e del suo sviluppo.
Una figura professionale ibrida tra uno stilista che effettua lo schizzo, un modellista tecnico di calzature che riproduce il prototipo da comporre, un artigiano che produce il tutto interamente a mano, un calzolaio che si destreggia tra gli strumenti al fine di garantire una progettazione ottimale del modello finale.

Ogni piccolo tassello della scarpa, richiederà il materiale più consono: da quello usato per la parte interna che deve garantire una certa comodità dovendo poggiare il piede, alla pelle per l’involucro esterno, al tramezzo (che è una striscia di cuoio posta tra la suola interna e l’esterno).

Gli stessi componenti richiederanno necessariamente anche un accessorio diverso da utilizzare per la loro lavorazione: taglierini appositi, a coltellini di precisione, punteruolo da cucito…
Una volta stilato il progetto, il modello è pronto per essere riportato e realizzato!!! 

Come potete notare nel video, la seconda fase del processo di strutturazione dello scheletro di una calzatura è molto pratica: si tratta della traslazione del progetto dalla carta al materiale, lo sviluppo concreto quindi del modello per poi passare all’incisione dello stesso.
Successivamente quindi bisognerà tagliare l’intera composizione a mano assicurandosi che ogni pezzo corrisponda al modello, tenendo quest’ultimo come punto di riferimento e considerando alcuni centimetri da lasciare per favorire la parte che concerne la cucitura, altrimenti definita orlatura, che richiede meticolosità e pazienza (ne parleremo in seguito, quando tratteremo della seconda fase del processo di creazione della calzatura fatta su misura).
Le componenti della scarpa iniziano a definirsi in modo chiaro: la tomaia e la fodera.

La tomaia è la sezione superiore di una calzatura, si può dire che ricopre ed avvolge tutto il piede.
Il suo taglio richiede professionalità e meticolosità. I movimenti vengono effettuati in modo corretto da estimatori dei materiali utilizzati, da conoscitori del settore che portano con sé un bagaglio pieno di anni di esperienza. E noi ci ritroviamo ad abbracciare questa consapevolezza di avere dei laboratori popolati da persone professionali, fidate, precise, preparate, impeccabili.
È importante valutare ogni singolo dettaglio così da non rischiare di rovinare il materiale ed essere costretti in qualche modo a scartarlo e ripartire con il procedimento. Bisogna tenere in considerazione la sua “elasticità” e far sì che garantisca una sorta di “allungamento” o meglio flessibilità, per acconsentire il suo tirare plasmandolo su tutta la superficie ed allo stesso tempo il suo adattarsi perfettamente alle forme della scarpa che si sta creando.

La fodera è l’imbottitura, la parte interna.
Essa può essere più pesante per garantire una maggior intensità di calore, come difatti accade con le scarpe invernali, o più leggera e traspirabile, per quelle estive.
E’ situata sotto la tomaia, deve essere più impercettibile possibile a livello di spessore in modo da assicurare comodità al piede, dato che tra l’altro è l’unica parte che, per quanto possa essere “invisibile”, sta realmente a contatto con il nostro piede.
Generalmente è il plus che in qualche modo protegge la tomaia, nel senso che in assenza della fodera si potrebbe incorrere nella deformazione della tomaia stessa distorcendo la struttura della scarpa. Funge da sostegno.

…e non è chiaramente finita qui: presto un nuovo articolo sulle altri fasi!!!

Mano Mioelettrica Transcarpale

I bambini scrutano con i loro occhi sfumature e colori nuovi, esplorare il mondo, conoscere ogni sfaccettatura di esso con curiosità e domande è insito in loro.
Sistema di protesizzazione con mano mioelettrica Ottobock per bambini: per andare oltre la percezione dell’ambiente circoscritto consentendo la concretezza attraverso il tatto.

L’apparato locomotore umano ha alla base le nostre mani, un elemento imprescindibile dal momento che tra l’altro sono essenziali nello svolgere determinate nonché numerose funzioni costanti nella nostra quotidianità.

In seguito ad un’amputazione, molto spesso ci capita di ricevere delle domande frequenti, tra cui quella dell’ottenimento della certezza che l’apprendimento nell’utilizzo della mano protesica sia facile, immediato e pronto in modo tale da riuscire a mettere in porto numerose attività e movimenti per quanto possibile in modo naturale.

Questo è ciò che accade con un minimo di terapia (facilità, controllo, utilizzo in modo spontaneo) con la mano transcarpale, la quale è dotata di unità di comando DMC plus e, come si può notare nel video sovrastante, la forza e la velocità di presa sono controllate in modo naturale in base ai segnali muscolari che vengono compiuti di riflesso anche dall’altra mano. Le due funzioni si adeguano automaticamente al segnale mutato quando varia l’intensità del segnale muscolare.

La mano mioelettrica reagisce in modo istantaneo ed è anche dotata di un meccanismo di sicurezza esclusivo. Tale meccanismo garantisce una presa salda, nel caso per esempio di un oggetto, e viene allentata solo in seguito alla generazione di un segnale muscolare elevato così da evitare una caduta non voluta dell’oggetto.

Dismetria d’Arto Inferiore – Come risolvere?

In cosa consiste la DISMETRIA degli arti inferiori ed in che modo OTR Ortopedia può garantire la risoluzione della stessa? 

Ci troviamo di fronte ad una dismetria nel momento in cui la lunghezza delle gambe di una persona non è uguale, ma presenta una differenza in termini per l’appunto di centimetri. Mantenendoci su una linea molto generale, possiamo asserire che esistono due tipologie di dismetrie: quella apparente (in cui notiamo solo una sorta di rientranza/ritiro del muscolo) e quella reale e conclamata.

Per quanto concerne la dismetria reale, essa può essere scaturita sia da una questione congenita, derivante quindi da un fattore genetico, che solitamente si manifesta in tenera età e si risolve spontaneamente con la crescita e lo sviluppo, la differenza è così minimale che a livello di postura, salute e benessere non si riscontrano danni consistenti (sebbene sia comunque consigliato agire nell’immediato per un fattore preventivo, per cui talvolta risulta preferibile ricorrere a specifiche terapie o ortesi), quest’ultima tipologia viene anche detta eterotomia, sia da una conseguenza ad un’asimmetria lombare, o ancora corrisponde ad un lascito consequenziale ad un intervento al femore, come nel caso della nostra paziente.

Cosa implica in termini di postura e di dolenza diagnosticare una dismetria? Come figura nell’immagine presente alla vostra destra, le conseguenze con le quali fare i conti sono principalmente la presenza di una spalla tenuta più bassa dal lato in cui la gamba è più lunga, valgismo del ginocchio proprio al fine sia di compensare le misure che sono più per così dire ridotte, sia di alleviare il dolore incentrato sulla colonna vertebrale, torsione pelvica in quanto il bacino tende infatti a subire una sorta di rotazione con l’intento di seguire spontaneamente il valgismo del ginocchio (le conseguenze sono chiaramente collegate tra di esse), pronazione del piede ovvero il movimento del piede verso l’interno nel momento in cui vieni poggiato sul piano.

La nostra affezionata cliente ha scelto una calzatura della Bioline, una delle linee presenti nei nostri punti vendita: loro sono le protagoniste del seguente montaggio, il video mostra infatti le fasi di creazione di un rialzo pari a 2,5 cm. La ragazza in questione infatti ha una scoliosi importante, con una dismetria pari a 3,70 cm. Consultandoci con i nostri validi tecnici ortopedici, abbiamo preso in considerazione la possibilità di aggiungere i centimetri in modo graduale, aumentando un po’ alla volta stagione dopo stagione, fino ad arrivare alla soglia completa, se necessario, così da concedere una sensazione di benessere dopo un lasso temporale molto vasto durante il quale tale dismetria è stata sottovalutata provocando forti mal di schiena e difetti posturali che hanno aggravato la situazione. Lo scopo è quello di prevenire un ulteriore peggioramento della struttura della colonna vertebrale, già di per sé ricurva. Nei nostri laboratori vengono creati rialzi su qualsiasi nostra calzatura, l’accuratezza dei nostri dipendenti viene ampiamente dimostrata dall’impercettibilità della differenza tra una scarpa e l’altra, un lavoro impeccabile che permette di vivere con più naturalezza questo imput esterno aggiuntivo che per alcuni potrebbe essere percepito come limitante, in particolare da un punto di vista estetico.

Gloria Med _ Fare Trama Insieme

Come ci prendiamo cura dei nostri clienti?

Nella cura dell’altro è indispensabile la presenza di una visione d’insieme più ampia, un occhio più attento da rivolgere all’essere umano, un pensiero verso il più impensabile dei dettagli che in realtà risulta essere la chiave di volta.
L’accortezza e la meticolosità non devono solo essere degli aggettivi collegati ad una prassi da adottare in ambito medico, ma devono anche concretizzarsi in caratteristiche basilari e capi saldi dei rapporti interpersonali così da tendere la mano verso l’altro elevandosi reciprocamente.
Ed è proprio questo il concetto che guida ed ispira “Fare Trama INSIEME”, titolo dell’incontro formativo tenutosi in data odierna presso la nostra sede, consolidando ancora una volta il nostro connubio con GLORIA, un’altra azienda Made In Italy.

INSIEME. Noi… in continuo aggiornamento… PER VOI!!!

Abbiamo pensato di racchiudere in un video i punti più salienti dell’incontro formativo “Fare Trama Insieme” proposto dall’azienda Gloria Med. Essa sposa i nostri stessi valori, proiettati verso il miglioramento della qualità della vita.
La distribuzione dei loro prodotti, quali calzature e tutori medicali, ci permette di creare un ventaglio piuttosto ampio basato sulla cosiddetta TERAPIA COMPRESSIVA.
Nell’esecuzione di tale terapia è fondamentale l’applicazione di una monitorata pressione esterna localizzata sulla superficie delle vene in modo tale da apportate una riduzione del diametro delle stesse garantendo una triplice funzionalità:
1) riduzione del gonfiore e monitoraggio preventivo
2) azione correttiva sul ritorno del flusso sanguigno
3) ottimizzazione in caso di insufficienza venosa e linfedema.

Stabilizzatore Firefly Upsee

Con la supervisione di Gaetano Ieraldi – Tecnico Ortopedico.

Le ortesi assumono una connotazione ed una funzione diverse in relazione a chi le indossa e al tipo di richiesta. Possono essere create e fabbricate su misura, come siamo soliti fare nei nostri laboratori.
Cosa intendiamo per ortesi?
L’ortesi è un dispositivo medico, una sorta di tutore, un’apparecchiatura ortopedica, uno strumento aggiuntivo esterno il cui utilizzo può essere di aiuto per il paziente che è affetto da una particolare patologia, ha fini riabilitativi per chi ha subito un trauma in seguito per esempio ad un incidente, ma anche scopi preventivi, correttivi e di supporto garanti di immobilizzazione dell’articolazione interessata.
Sono classificate in ortesi di tronco, di arto superiore e di arto inferiore, tale classificazione è dettata in base a dove è situata la parte del corpo coinvolta nello stato di necessità dell’ausilio.
Per quanto concerne l’arto inferiore, ad esso è associata un’ulteriore settorializzazione: con FO (foot orthosis) che interessano solo il piede ed è il caso dei plantari, con AFO (ankle foot orthosis) quindi le ortesi fino alla tibio tarsica, KAFO (knee ankle foot orthosis) fino al ginocchio e HKAFO (hip knee ankle foot orthosis) comprendente anche l’anca.

Nel video vi presentiamo un articolo estremamente innovativo, con finalità di beneficio fisico vista la conclamata possibilità di movimento assistito per i bambini con limitazioni motorie, nonché di diffusione di valori e condizioni che auspicano alla partecipazione e all’inclusione.
L’utilizzo di upsee e dei componenti che lo formano è molto intuibile, semplice, inoltre è un progetto nato per assicurare comodità e facilità del trasporto dello stesso: la cintura per adulto garantisce affidabilità e sicurezza nella guida del bambino; essendo disponibile la classica gamma di taglie, l’imbragatura è ottimizzata in base alla corporatura, alle misure ed all’età del bambino; i sandali si adattano ai piedi del bambino e, grazie al tuo aiuto imprescindibile, inizierà ad assumere una posizione eretta, incomincerà a compiere i primi passi, riuscirà ad intraprendere quel percorso di infanzia fatto di giochi, passeggiate e allegria che fino a quel momento non era completo. 

Dal canto nostro, avremmo voluto mostrarvi i preziosi sorrisi di questo bambino appartenente alla fascia di età precedente e dei suoi genitori, i loro occhi emozionati ed increduli.
Tutto ciò che hai sempre sperato lo trovi ad un impercettibile passo da te.
Ecco il potere dell’immaginazione. Ma se non fosse solo immaginazione? Se fosse vero e tangibile ed emotivamente inspiegabile? Se fossimo in grado di tramutare un pensiero in forma concreta?
L’emozione dei genitori nel vedere in piedi il proprio bambino per la prima volta apre le porte a tante opportunità da cogliere, a tante avventure ed esperienze rese possibili: sarà diverso fare delle passeggiate con la mamma, sarà diverso giocare a calcio insieme ai propri amici con l’aiuto di papà, sarà diverso andare al compleanno del compagno di classe più affezionato.
Sono per tutti momenti indelebili…e per un bambino con disabilità non è diverso.
Sarà indelebile percepire l’ebbrezza del suo corpo in movimento, la libertà di sentirsi protetto e guidato dalle figure a lui più care, la certezza di averti come una sua ombra, sempre lì al suo fianco.

Come riconoscere un ictus? Come agire nel periodo riabilitativo?

Oggi, 29 ottobre, è la Giornata Mondiale dell’Ictus, il quale consiste nell’occlusione (ictus ischemico) o nella rottura (ictus emorragico) di un’arteria cerebrale, il vaso sanguigno viene letteralmente bloccato e conseguenzialmente il flusso sanguigno non risulta chiaramente sufficiente. 

In questo articolo tratteremo dell’importanza del riconoscere i sintomi al fine di garantire tempestività nel soccorso e esamineremo in che modo noi di OTR Ortopedia possiamo essere utili nel periodo riabilitativo grazie ai traguardi raggiunti dalla scienza e quindi ai dispositivi che abbiamo a disposizione.

 

"Minutes can save Lives"

“BE FAST” ovvero acronimo di “Balance, Eyes, Face, Arms, Speech, Time”.

La perdita di equilibrio, l’improvvisa e netta riduzione della motilità, avvertire dei formicolii dagli arti oppure non averne più la sensibilità, più comunemente una sorta di “addormentamento” del braccio, la mancanza di una vista nitida, un volto diventato asimmetrico con un abbassamento laterale della bocca, il non riuscire a comunicare, vertigini e sbandamento sono chiari segnali che si palesano comunicandoci ampiamente ciò che sta per accadere.

Il livello di intensità varia da persona a persona, ciò che risulta invece essere una costante nei singoli accadimenti è proprio la garanzia della messa in atto di un intervento estremamente tempestivo così da salvare vite umane e procedere con l’inizio di un percorso riabilitativo.

 
 

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si verificano circa 250mila nuovi casi di ictus l’anno (660 persone ogni giorno) di cui l’80% sono nuovi episodi e il 20% recidive che interessano persone colpite precedentemente, con una mortalità del 25% e con il 50% di pazienti che non recuperano una sufficiente autonomia.

Molte sono le figure professionali che vediamo impegnate nella complessità della presa in carico riabilitativa: medici, fisioterapisti, infermieri, logopedisti, terapisti, neuropsicologi, che danno il loro contributo nella ripresa del paziente coordinandosi in maniera sinergica in questo processo delicato, il tutto determinato in relazione alle esigenze del paziente.

Andando maggiormente nello specifico, la branca di medicina riabilitativa maggiormente interessata al recupero è quella neurologica. Tra le malattie neurologiche più comuni rientrano le lesioni cerebrali, la sclerosi multipla, l’epilessia, i traumi cerebrali o del midollo spinale, il morbo di Parkinson e di Alzheimer, l’ictus per l’appunto: è chiaro che questa fase non rappresenta solo un iter da affrontare per permettere al paziente di riacquisire l’autonomia motoria ma anche un mezzo per far recuperare quegli stimoli e quell’incoraggiamento, quella consapevolezza di miglioramento che forse psicologicamente dopo aver subito un episodio di questo tipo (con tutto ciò che ne deriva) viene meno… 

Le diverse metodologie e tecniche progettate e sperimentate nel corso del tempo ci mettono nelle condizioni di essere di aiuto nel recupero funzionale della parte lesa in questa specie di retroazione biologica: da ausili ortopedici più mirati per la fase riabilitativa iniziale, quali possono essere per esempio le carrozzine, ad ortesi implicate nella restituzione di moto in caso di paralisi alla gamba (come lo stabilizzatore GenuNeurexa), o alla spalla rendendo subendo ancora di più l’impossibilità del movimento anche a causa del dolore (come l’ortesi spalla neurologica Omo Neurexa Plus), o ancora la promessa di maggiore stabilità sul ginocchio con l’Elettrostimolatore L300 Go, all’investimento di apparecchiature con funzioni più innovative, mirate e specifiche, è il caso della Tuta Mollii ad elettrodi che ha come scopo la limitazione della rigidità muscolare con l’intento di veicolare un rilassamento e quindi facilitare il movimento.

Per quanto possa essere considerato inverosimile, l’ampio ventaglio nel quale risiedono i trattamenti concepibili offerti (in base ovviamente alla condizione in cui il paziente vige e alla propria forma fisica) è in grado di migliorare la qualità della vita.

Tuta Mollii

Con la supervisione di Luigi Ieraldi – Tecnico Ortopedico.

Tuta Mollii - Ottobock

Cos’è la tuta Mollii?
Quali benefici permette di ottenere a chi la indossa?
In che modo può prevenire un peggioramento della rigidità dei muscoli?

La tuta Mollii, nata in Svezia, è un elettrostimolatore visibilmente formato da un pantalone, una giacca ed una cintura che sostiene la “scatola bianca” centrale altrimenti nota come “unità di controllo”, che risulta essere il fulcro ed il cuore pulsante, sebbene esterno, della tuta stessa. Altro fattore imprescindibile per garantire il suo funzionamento, è la presenza di elettrodi.
Cosa sono gli elettrodi? Dei conduttori di corrente che vengono tradotti in stimolazione degli impulsi di ogni persona che decide di effettuare la prova.

Esattamente: ogni persona. Perché ogni persona ha una propria storia, un proprio lascito e corredo genetico, una propria risposta alla terapia, una corporatura ed una costituzione diversa, di conseguenza sulla base di questi va consegnata la taglia ottimale ed emessa una programmazione differente per ognuno, che può avere sia una funzione preventiva che essere una forma di aiuto per coloro che vogliono riappropriarsi del controllo del tono muscolare e ovviamente viene fornita una tuta della misura corretta.

Nei primi due giorni di Settembre, abbiamo avuto la possibilità di avviare presso la nostra sede legale sita a Simeri Crichi in Località San Francesco (zona Industriale) varie prove sui nostri pazienti che hanno richiesto questo tipo di assistenza. L’idea di fondo incalza proprio il nostro motto: migliora la qualità della vita!

Forse ancora non ci rendiamo conto di quanto oltre può spingersi la mente umana nel tentativo di porgere un aiuto, nel tentativo di sorreggere gli altri, nella concessione di nuove svolte scientifiche inequivocabilmente pensate, progettate e messe in atto proprio al fine di sviluppare dei miglioramenti.

La tuta Mollii è consigliata e programmata per coloro che soffrono di spasticità, di dolore muscolare, che hanno difficoltà motorie dovute a danni inferti al sistema nervoso centrale: paralisi cerebrale, paralisi cerebrale infantile, distonia, ictus, aneurisma, danno cerebrale acquisito, lesione parziale della spina dorsale…

Tuta Mollii - Ottobock

Le valutazioni generali dei pazienti che si sono susseguiti sono state effettuate dai tecnici ortopedici. Questi ultimi si sono soffermati con molta accortezza e precisione sui movimenti del muscolo, sulla rigidità o fluidità degli stessi in modo tale da decidere quali dei 56 elettrodi presenti sulla tuta attivare attraverso il software e raggiungere obiettivi diversi in relazione alla densità della problematica.

Oltre alla programmazione, chiaramente anche la stimolazione verrà vissuta in maniera diversa da persona a persona, anche con maggiore o minore intensità, stesso fattore vale per gli effetti dell’uso regolare di Mollii, che agirà in maniera più celere o meno rapida in relazione alla gravità della lesione: dalla riduzione sostanziale della spasticità, alla ripresa del controllo dei movimenti, dal benessere che coinciderà con il rilassamento del muscolo in questione al dolore attutito.

Come riportato sul sito www.neurotute.it , sono state effettuati degli studi, delle ricerche che avvalorano l’efficacia del funzionamento delle neurotute. Entrando nel dettaglio, secondo quanto trattato negli articoli presi in considerazione, gli studiosi hanno monitorato e valutato l’andamento ed i risultati della spasticità su 16 pazienti affetti da Paralisi Celebrale Infantile (articolo alla vostra sinistra, immagine sottostante) e i miglioramenti nel recupero dei movimenti motori sui pazienti con emiparesi causati da ictus (articolo alla vostra destra).

Neurotute

“…qualsiasi cosa che si faccia per stare meglio sostanzialmente… questo è un ulteriore aiuto…”

Processo di Laminazione – Protesi Arto Inferiore

Processo di laminazione invaso protesi di arto inferiore

Ci troviamo nei nostri laboratori, in cui ogni strumento ed ogni materiale vengono destreggiati e maneggiati con estrema cura e professionalità. Non si tratta solo di un lavoro di squadra, ma anche di una miscela di oggetti che permettono la composizione di un altro oggetto ancora che si incarna quindi nel prodotto finito.
Metaforicamente quindi persino i nostri materiali effettuano un lavoro di intreccio di intenti come se appartenessero ad un team in modo consapevole!!!

Il nostro abile ed esperto tecnico Francesco prepara la resina “vinilestere”, utile per il processo di laminazione.
Questo tipo di resina ha proprietà leggermente diverse rispetto sia alla resina classica acrilica alla quale siamo comunemente abituati sia a quella epossidica, che solitamente se non mescolata bene rilascia delle bolle d’aria.
La resina vinilestere infatti riesce a assicurare una connessione migliore con le fibre di carbonio e in questo modo viene garantita una maggiore rigidità nonostante lo spessore ridotto al minimo dei laminati essendoci la possibilità di inserire poche stratificazioni.

Vi siete mai chiesti cosa c’è dietro la creazione di un prodotto finito?? 
La resina diventa protagonista ed elemento essenziale nella conduzione del processo di laminazione dell’invasatura della protesi di arto inferiore.

Il nostro tecnico ortopedico effettua questa fase di lavorazione con lo scopo di rinforzare l’area d’appoggio sottorotuleo, più precisamente nel video sottostante vi mostriamo come, dopo aver versato la resina, sia utile e cruciale chiudere l’estremità del sacco e distribuire la resina stessa in modo uniforme attraverso movimenti ben mirati effettuati con l’aiuto di una cordicina oppure di un piccolissimo tubo di gomma al fine di scongiurare la presenza di eventuali bolle d’aria che si vanno a formare in corso d’opera.
Quello che sembra un piccolo dettaglio, risulta invece essere un elemento estremamente basilare.

Tutore Afo Botter

Tutore Afo Botter

Con la supervisione di Luigi Ieraldi – Tecnico Ortopedico.

Il piccolo Alessandro è il nostro primo paziente a cui abbiamo realizzato il tutore Afo Botter.
Non sapevamo come sarebbe andata ma, visti i risultati ottenuti, possiamo affermare che Alessandro rappresenta un successo tant’è che il dottore ha preso la decisione di rinnovare, vista la crescita, la stessa tipologia di tutore.
Rispetto alla volta precedente, la rilevazione delle misure non è stata effettuata mediante il classico metodo del calco in gesso bensì usufruendo dell’innovativo lettore scanner con l’aiuto del supporto trasparente.

Sala Esame Baropodometrico
Supporto trasparente e Scanner

I nostri esperti tecnici ortopedici utilizzano questi strumenti per la scansione dell’arto inferiore.
Esaminiamo le parti in modo più dettagliato:
– supporto trasparente sul quale si poggia l’arto, il tutto risulta assolutamente indolore, nonché molto pratico ed immediato, del tutto non invasiva, la sua funzionalità è quella di consentire il raccoglimento di forma e dati di quel determinato segmento del corpo;
– schermo raffigurante il progetto che permette di visualizzare i movimenti da effettuare per una corretta progettazione;
– software collegato allo schermo che garantisce la realizzazione del modello positivo scansionato in precedenza per poi passare alla termoformatura.
Da sempre usufruiamo di questa metodologia per avere una prima valutazione circa la condizione degli arti inferiori dei pazienti in esame o anche per controlli periodici che possano in qualche modo comunicarci una sorta di miglioramento della diagnosi degli stessi così da avere la possibilità di offrire nuove opportunità terapeutiche.

Il tutore Afo Botter è costruito su misura e costituisce un’ortesi gamba – piede dinamica applicata per la restituzione di energia e realizzata in fibra di carbonio: facilmente indossabile, può essere inserita nelle classiche calzature, conservando  flessibilità e resistenza sotto carico e sforzo nonché la stessa modalità di passo.

E’ stato appositamente creato per garantire un maggior controllo del piede, dell’articolazione tibio-tarsica e del ginocchio.

Viene prescritto per patologie neurologiche sia congenite che acquisite, è formata da una scarpetta di contenzione al piede con una base calibrata in relazione al tacco e un avampiede con la punta verso l’alto.

Sul tallone si nota una balestra formata da fibre di carbonio e fibre aramidiche, inserite una sopra l’altra. Proprio queste fibre e il loro connubio garantiscono resistenza, elasticità e risposta dinamica.

Tutore afo botter misure
Tutore afo botter