Donazione in memoria di Gennaro Sicoli

Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto

Donazione in memoria di Gennaro Sicoli

Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto

“Il bene genera bene”.

Una giornata molto intensa quella di ieri, ci siamo presi del tempo per riflettere, per pensare… per realizzare quanto la vita sia effimera ma al contempo quanto c’è da insegnare e da imparare, quanto c’è da apprezzare, quanti valori può trasmetterci e quante emozioni può farci vivere: Innocenza Runco, detta “Nuccia”, in collaborazione con OTR Ortopedia, dona al reparto di Oncologia medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto, due monitor multiparametrici forniti di carrello.

“In memoria di Gennaro Sicoli”, un modo per mantenere vivo il ricordo del proprio marito, un gesto nobilissimo per ringraziare l’intera equipe di Oncologia (tra i membri figurano il Professor Pierosandro Tagliaferri, Direttore del reparto, ed il Professor Pierfrancesco Tassone, visibilmente emozionati) per la professionalità e la competenza con cui hanno gestito ed affrontato il percorso della malattia del caro Gennaro, affetto da un grave tumore, per lo spirito di abnegazione condensato in instancabili tentativi di salvezza lottando contro un destino in realtà già scritto vista la gravità della malattia, per l’umanità e la disponibilità con cui sono riusciti a trasmettere la loro vicinanza offrendo immancabile cura ed instancabile assistenza, per l’empatia, la gentilezza e la dolcezza consentendo l’avviamento di un iter di accettazione che anche la famiglia deve attraversare, sebbene non si sia mai preparati né predisposti a raggiungere tale consapevolezza.

Nuccia è il simbolo dell’amore che non può sfaldarsi e perdersi ma che si ricrea e si disperde nell’aria per il bene del prossimo lasciandosi percepire ed accogliere da chi lo respira, il simbolo di quella generosità pura, disinteressata di cui il mondo avrebbe bisogno, che si manifesta e prende forma concreta plasmandosi in una donazione rappresentante un atto di altruismo, è il simbolo di un’innata empatia, di una marcata sensibilità in grado di abbracciare e cogliere le emozioni dell’altro, rivedendosi nello stato d’animo colto nei volti incontrati.

Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto
Reparto di Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” sita al polo di Germaneto

Alluce Valgo

OTR Ortopedia - Alluce valgo

Buongiorno cari lettori, oggi tratteremo di una deformazione concernente il primo dito del piede, che si palesa visivamente con una deviazione dello stesso ed una prominenza laterale del primo osso metatarsale, quindi uno delle cinque ossa lunghe presenti tra le ossa tarsali e le falangi, queste ultime situate in prossimità di ogni dito. Oltre alla deformazione, è caratteristica anche l’infiammazione recidiva della parte sita alla base dell’alluce, che si manifesta con la classica forma “a cipolla” e che scientificamente e a livello medico rappresenta una protuberanza equivalente alla borsite.

E’ importantissimo non trascurare i sintomi originari in quanto può portare ad una progressiva degenerazione della patologia: dapprima infiammazione, arrossamento e lieve spostamento dell’alluce verso il secondo dito, successivamente può andare ad intaccare nella totalità la struttura scheletrica alterando la conformazione quindi l’alluce può inclinarsi a tal punto da situarsi sotto le altre dita con questa sorta di accavallamento dello stesso, andando ad intaccare anche la pelle che ricopre la zona interessata.

Ma andiamo ad esaminare in modo maggiormente dettagliato sia le cause che i primissimi sintomi…

Le cause possono essere di natura congenita, quindi predisposizione genetica ed ereditarietà del disturbo a livello familiare, e predisposizione, come per esempio nel caso dei piedi piatti è presente una probabilità in più di comparsa dell’alluce valgo, ma anche acquisite o secondarie causate per esempio per via dell’ausilio di calzature poco adatte al benessere del piede e alla sua struttura, quindi magari con la pianta stretta, con la punta “a triangolo”, portando le dita dei piedi ad assumere una posizione innaturale, lesioni a carico del piede, problemi posturali o di peso, principio di artrite reumatoide, possono essere responsabili dell’insorgenza di questa patologia.

Per quanto concerne i sintomi, invece, essi possono essere chiaramente differenti e variare da persona a persona (dolore al secondo dito e non all’alluce, dolore marcato in tutta la parte interessata senza però avere una malformazione visiva troppo pronunciata, ad ogni modo i comuni segnali a livello locale, quindi che interessano il piede, sono rappresentati dalla presenza di un’intumescenza sottostante all’alluce, che apporta gonfiore ed arrossamento ed ispessimento della pelle; dolore reiterato nel tempo oppure ad intermittenza che producono di conseguenza una capacità motoria molto limitata per ovvi motivi.

Vogliamo inoltre sottolineare le conseguenze del sottovalutare questo disturbo, aldilà della degenerazione scheletrica e muscolare locale, sono presenti anche delle conseguenze posturali che riguardano il ginocchio valgo provocando dolore sulla zona rotulea interna del ginocchio stesso, rigidità delle anche ed accentuazione della curva lombare associata a lombalgia cronica.

Come viene diagnosticato? Di base anche il solo guardare l’alluce basta per diagnosticarlo essendo la deformità ossea a tal punto evidente. La valutazione a livello clinico si serve dell’esame baropodometrico per rilevare in posizione statica e dinamica la distribuzione dei carichi sul piede e quindi anche il grado di pressione che si esercita sull’alluce e che esso riesce a “sopportare” rilevando quanto possa essere compromesso.

Possiamo prevenirlo? Consigliamo di camminare con scarpe dalla base più ampia e dalla tomaia meno stretta ed invasiva così da assicurare più spazio alle dita dei piedi, di inserire un bendaggio in grado di garantire al piede una posizione corretta e che possa apportare un minimo di sollievo, di assumere ovviamente antidolorifici e cortisone così da ridurre dolore e gonfiore, applicare eventualmente il ghiaccio o creme anti-infiammatorie nella zona interessata, ma come possiamo esserti d’aiuto in modo concreto noi di OTR Ortopedia? Offrendoti i prodotti più indicati per optare verso scelte preventive e trattamenti conservativi qualora si riesca a trarne giovamento senza ricorrere ad un intervento chirurgico ed essendo ancora in una fase ottimale per poter intraprendere questa strada: si tratta di due semplici ma utilissimi modelli di divaricatori e protettori per alluce! E’ formato da un materiale morbido, elastico, resistente ed ultra confortevole in Tecniwork Polymer Gel apportando maggiore sollievo, divaricando e allineando le dita portandole alla posizione originaria e corretta prevendendo anche a formazione di un’eventuale callosità e proteggendo la zona interessata, rigonfia ed arrossata dallo sfregamento con la calzatura così da evitare l’attrito e la pressione e scongiurando l’ingombro all’interno della calzatura.

Dr Gibaud _ Manugib _ Tutore Polso

OTR Ortopedia - Filiale di Lamezia

Buongiorno lettori, oggi vogliamo presentarvi un prodotto della Linea Ortho della Dr. Gibaud: si tratta di un dispositivo medico, un tutore che riesce a limitare i movimenti del polso. L’articolo fornisce l’immobilizzazione grazie alla presenza di una stecca palmare rigida modellabile, due stecche dorsali e quattro cinghie di regolazione la cui cooperazione apporta il comfort necessario, l’adatta ergonomia nonché la propensione verso un posizionamento molto semplice del braccio così da non arrecare fastidio…

OTR Ortopedia - Filiale di Lamezia
OTR Ortopedia - Filiale di Lamezia
OTR Ortopedia - Filiale di Lamezia

Come si indossa? Il tutore và indossato come un guanto. Sincerarsi che la stecca palmare sia in asse con l’avambraccio e stringere e regolare le cinghie (che tra l’altro possono essere tagliate in base alle proprie necessità) così da ricevere il giusto sostegno rigido ma senza intaccare il lato confortevole del prodotto.

OTR Ortopedia consiglia l’ausilio di un tutore polso al fine di limitare il più possibile i vari movimenti dello stesso! Vediamo insieme in quali situazioni può essere indicato l’utilizzo…!

OTR Ortopedia - Filiale di Lamezia

Sindrome del Tunnel Carpale

OTR Ortopedia - Tunnel carpale - Dr. Gibaud

La Sindrome del Tunnel Carpale è una patologia molto comune, diffusa e conosciuta, che causa dolore al polso, solitamente anche formicolio alle mani e tende a formarsi per via di determinate abitudini, del reiterato utilizzo del polso, di alcuni movimenti che vengono effettuati.

Si tratta di una neuropatia, che consiste nella compressione di un nervo. La compressione di un nervo può avvenire anche in altre parti del corpo, è il caso del Neurema di Morton, del tunnel tarsale e radiale.

Cos’è il tunnel carpale? Come anticipa la definizione stessa, il tunnel carpale diciamo che è un tunnel, una specie di arco che nasce tra il polso e il palmo della mano da cui passano nove tendini ed un nervo, denominato nervo mediano che dall’ascella si estende fino alle dita della mano. Il nervo mediano garantisce una funzionalità sia sensitiva che motoria, dal momento che permette il movimento delle dita.

Questo spazio è molto stretto ed anche una piccolissima variazione o un banale movimento più brusco può rendere quella superficie labile causando la compressione del nervo per via della pressione del tunnel in aumento, un consequenziale diminuire del flusso sanguigno che apporta una limitazione del flusso sanguigno.

Distorsioni e stiramenti

OTR Ortopedia - Distorsioni e stiramenti - Dr. Gibaud

Cos’è la distorsione? la distorsione consiste in un danneggiamento di un’articolazione a causa di un trauma oppure una rottura dei legamenti per via di movimenti bruschi di torsione e rotazione. Spesso avviene nel corso di attività sportive o a lavoro e frequentemente vengono colpiti la caviglia, il ginocchio e la spalla.

Possiamo riconoscere tre gradi esistenti di distorsione: 1) quando non c’è effettivamente distorsione, ma solo lo stiramento; 2) quando i legamenti si rompono in modo parziale o totale ma l’articolazione risulta essere ancora stabile; 3) quando i legamenti si rompono generando però l’instabilità dell’articolazione è maggiormente marcata in quanto le due parti risultano essere troppo lontane (ciò che accade in particolare nel ginocchio).

Mancanza di funzionalità del ginocchio, dolore, qualora fossero presenti rotture di vasi sanguigni potremmo trovarci di fronte a tumefazione edematosa e/o emorragica, sensazione di calore avvertito nella zona interessata.

 

Mentre la distorsione è un danneggiamento dei legamenti, lo stiramento è un danneggiamento che subisce un muscolo a causa di sforzi fisici che portano alla distensione ed alla lacerazione delle fibre, che provoca la perdita della funzione contrattile.

Accade soprattutto con i muscoli della schiena, della gamba, per traumi sportivi o sollevamento di un peso eccessivo. Gli strappi muscolari possono essere classificati in questo modo: 1) vengono sfoltite poche fibre, quindi il danno è lieve e il muscolo mantiene la sua funzione contrattile nonostante sia dolorante e gonfio; 2) il danneggiamento è maggiore, sono colpite più fibre, sono presenti dolore, gonfiore, c’è una sostanziale perdita di forza, lividi e rossori nella suddetta zona; 3) le fibre sono lacerate nella totalità, vi è una completa perdita di forza, gonfiore e lividi.

Tendinopatia del polso

OTR Ortopedia - Tendinopatia del polso - Tutore polso - Dr. Gibaud

La tendinopatia del polso, definita anche tendinite o tenosinovite del polso è una condizione infiammatoria che colpisce i tendini passanti per il polso e le guaine sinoviali che li avvolgono. A volte è un processo degenerativo e dipende da una pluralità di cause come per esempio la conformazione anatomica del polso, movimenti reiterati nel tempo effettuati dalla mano ed includendo il polso, la presenza di una malattia reumatica, sovraccarichi funzionali improvvisi.

La tendinite innesca il dolore e questa sensazione porta all’infiammazione.

Artriti

OTR Ortopedia - Artriti - Tutore polso - Dr. Gibaud

Le artriti sono infiammazioni croniche delle articolazioni. Tali infiammazioni derivano da cause sconosciute ma possono causare una pesante e consistente deformazione delle articolazioni che spegne la capacità di compiere i compiti quotidiani più semplici.

I sintomi principali dell’artrite sono dolore, gonfiore, rossore e rigidità delle articolazioni. Oltre a questo, in base al tipo di artrite, c’è la possibilità che appaiono altri sintomi quali per esempio febbre e “tofi”, che corrispondono a delle vere e proprie tumefazioni.

Fase successiva alla dismissione del gesso

OTR Ortopedia - Fase successiva alla dismissione del gesso - Tutore polso - Dr. Gibaud

In seguito ad una frattura ossea, per ovvi motivi, viene utilizzato il gesso: il supporto più efficace grazie alla propria rigidità che riesce ad apportare un elevato sostegno e ad immobilizzare la parte del corpo danneggiata così da avviare il processo di guarigione del tessuto il quale, qualora gli fosse concesso il movimento, non sarebbepossibile avviare e sarebbe presente una difficoltà seria nel corretto riallineamento delle ossa danneggiate.

Al contempo il gesso provoca, quando lo indossiamo, l’immobilizzazione dell’arto interessato quindi anche una sorta di dimenticanza da parte del cervello di come si muove il braccio, la gamba, e via discorrendo… ecco il motivo per il quale è utile nonché di fondamentale importanza la fisioterapia: così da recuperare durante il processo di riabilitazione la forza, il tono muscolare e la piena mobilità dell’articolazione in questione.

Borsiti

OTR Ortopedia - Borsiti - Tutore polso - Dr. Gibaud

Cosa sono le borse? Le borse costituiscono delle piccole sacche ripiene di liquido, esse sono poste tra due tendini oppure tra tendine e pelle, fungono da protezione delle strutture sottostanti, così da evitare eventuali sollecitazioni. Le borse sono presenti in più parti del corpo, ma le più importanti sono presenti in determinati punti strategici quali per esempio il ginocchio, l’anca, la spalla, costituiscono una sorta di cuscinetti di liquido che migliorano i carichi e la pressione in generale su tutto l’arto e grazie alla loro presenza i tendini non sfregano con le ossa.

Le borsiti costituiscono l’infiammazione delle borse. Esse figurano in due gruppi: quelle infiammatorie, come la borsite da sfregamento, la borsite chimica e quella settica, e quelle emorragiche causate da cadute o incidenti

Altre lesioni dei tessuti molli

OTR Ortopedia - Altre lesioni dei tessuti molli - Tutore polso - Dr. Gibaud

Con la terminologia “tessuti molli” si intende a livello medico tutto ciò che non possiede la medesima densità dell’osso. La fisioterapia nel danneggiamento dei tessuti molli è sicuramente un plus non indifferente che riduce l’infiammazione, accelera la fase di guarigione, scongiura una delle conseguenze più marcate quali la rigidità delle articolazioni o la tensione muscolare e riduce il dolore

Rizoartrosi

Buongiorno lettori, oggi vogliamo aprire una parentesi dedicata a piccoli episodi di vita quotidiana: spesso, infatti, i nostri cari e fedeli clienti cercano risposte oltre che conforto nelle parole delle nostre esperte, disponibili ed empatiche collaboratrici e nella loro tempestiva capacità di trovare soluzioni e propensione ad elargire consigli per garantire il benessere della persona che si è affidata a noi. Per questo motivo, oggi vogliamo trattare di una patologia che ha colpito alcuni tra i nostri pazienti, sostenendo quanto sia estremamente essenziale coglierne i primi sintomi, non sottovalutare la problematica ed agire con prontezza, dal momento che oggigiorno vengono proposti anche rimedi conservativi, oltre che chirurgici in casi piuttosto complicati ed estremi: la Rizoartrosi.

Partiamo con l’esplicitare cosa sia la Rizoartrosi, le sue modalità di manifestazione, precisando che noi possiamo intervenire quando si tratta di optare per un intervento conservativo, per esempio per l’inserimento di un tutore esterno che possa agire sulla mobilità del pollice (la zona interessata) per limitarne il più possibile i movimenti e, di conseguenza, il dolore.

Effettivamente tale patologia colpisce le mani, soprattutto quelle dei nostri cari nonni, dei nostri clienti che si trovano in un’età più avanzata, principalmente intacca la zona in cui è situato il pollice ovvero l’articolazione trapezio-metacarpale, in cui è localizzato questo dolore persistente e continuo, in particolare al movimento dello stesso, ma percepibile anche in un momento di staticità. Ogni attività, anche quella che può essere considerata un’azione semplice e banale come per esempio aprire la porta della propria casa girando la chiave all’interno della serratura o tentare di aprire una bottiglia d’acqua, causa dolore e vengono riscontrate difficoltà.

Tutti quei gesti apparentemente spontanei nella loro naturalezza possono causare un logoramento della cartilagine, tutti quelle movenze, dinamiche o meno, che implicano una serie di successioni dei medesimi movimenti possono comportare l’usura graduale (o talvolta improvvisa) della cartilagine.

La base del primo metacarpo costituisce una delle parti del corpo maggiormente utilizzata, se prestiamo attenzione alle nostre seppure minimali attività giornaliere e se riflettiamo estrapolandole dalla loro mera autenticità e dalla loro disinvoltura, possiamo notare quanto siano costantemente in esecuzione, quanto siano incessantemente impegnate le nostre mani. Oltre a quel lancinante e progressivo dolore alla base del pollice, un’altra caratteristica sintomatica che può apparire con lo scorrere del tempo è una tumefazione proprio in quella base. Con il termine tumefazione si intende il gonfiore della parte interessata, tale gonfiore viene determinato dal fatto che, a furia di logorarsi, la base tende a scivolare non trovando più il corretto appoggio e riscontrando l’iperplasia del tessuto connettivo.

Come fare per evitare un peggioramento della patologia, trovandosi nello status iniziale della stessa, considerando che sarebbe alquanto pretenzioso propendere per un mero inutilizzo delle mani stando fermi? E’ una pratica che in mancanza di un elemento estraneo e solo in “autogestione” non può essere duratura. E come possiamo essere utili noi di OTR Ortopedia? Noi saremo presenti nella fase preventiva e possiamo esserlo anche nell’opzione “terapia conservativa” e non invasiva. Più precisamente noi possiamo offrire dei tutori, ottimizzati in relazione allo stadio ed al livello che la patologia ha raggiunto: i nostri tutori consentono stabilizzazione nonché ordinaria funzionalità della mano, è da utilizzare in primis nel corso della giornata, per essere da supporto alla cartilagine in via di usura e consentire un ritardo nel processo di cambiamento della stessa, un aiuto concreto e pratico nelle attività meccaniche e manuali e un supporto nel consentire un certo sollievo al dolore provocato, il gonfiore, in generale l’infiammazione che è stata generata, accompagnati quindi dall’assunzione di antinfiammatori.

Un esame radiologico darà la possibilità di confermare la diagnosi di Rizoartrosi, talvolta le limitazioni a livello di mobilità e le risoluzioni precedentemente elencati non bastano per ammortizzare il peggioramento, per questo ci si rivolge agli specialisti, che terranno in considerazione un altro trattamento optando per le infiltrazioni locali o per delle tecniche chirurgiche.

In ambito chirurgico, ecco gli interventi più frequenti nella risoluzione del problema:

  • artroplastica: essa consta nella totale ricostruzione dell’articolazione attraverso di protesi;
  • artrodesi: si tratta dell’unione in modo tecnico delle ossa articolari trapezio e primo metacarpo, al fine di riportarli allo status iniziale;
  • artroscopia: con quetsa oeprazione intendiamo l’asportazione di una sezione dell’osso carpale trapezio;
  • asportazione del solo trapezio ed inserimento di spaziatori in Pirocarbonio o altri materiali sintetici (cos’è il Pirocarbonio e perché viene utilizzato proprio questo materiale? Esso è il materiale maggiormente utilizzato, insieme al silicone, per la ricostruzione di impianti protesici creati esclusivamente per le articolazioni della mano,  è un materiale inattivo, biocompatibile, quindi non genera alcune conseguenze negative entrando in contatto con l’organismo umano, possiede una certa elasticità simile a quella caratterizzante la cartilagine, disone di un elevato livello di resistenza all’usura;
  • trapeziectomia o emitrapeziectomia più artroplastica con tenosospensione: rimozione totale o parziale del trapezio e frapposizione di uno spaziatore derivante da un tendine affine arrotolato.

Esame Baropodometrico

esame baropodometrico

Esame Baropodometrico

Il Baropodometro elettronico è un dispositivo comprendente di ampie strumentazioni e funzioni in grado di individuare e rendere visibili, precise e dettagliate le pressioni plantari, qualsiasi genere di alterazione presente ai piedi, a prescindere che essi si trovino in una condizione statica o dinamica, quindi anche durante la deambulazione ed eventualmente la corsa in ritmi maggiormente sostenuti.

Vediamo insieme di cosa si tratta, partendo dalla derivazione etimologica della parola, ricollegata a terminologie greche: “baro” = “pressione”, “podo” = “piede” e “metrico” = “misura”. L’esame può essere condotto sia in posizione statica che in posizione dinamica: nel primo caso, come nelle immagini, viene richiesto al paziente di mantenersi fermo in posizione eretta al fine di valutare l’equilibrio, la distribuzione delle pressioni plantari (i classici punti di pressione generati sulle piante dei piedi); nel secondo caso, invece, si richiede al paziente di camminare sulla piattaforma, questo meccanismo, con l’aiuto dei sensori presenti sulla piattaforma, sensibili a qualsiasi tipologia di movimento, consente di tenere in considerazione il passo, la lunghezza dello stesso, la sua velocità.

Dai risultati siamo in grado di rilevare anche una sorta di “trascorso storico” del paziente, ove possibile, o comunque di quasi tutte le malattie dell’apparato posturologico osteo-muscolare. E’ il caso della malocclusione dentaria (che si ha quando i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore non sono allineati), della scoliosi (che si presenta come una deviazione laterale della colonna vertebrale, deviazione permanente nel corso del tempo), del cavismo del piede (si tratta di una malformazione anatomica, i piedi in questo caso possiedono un arco plantare mediale più alto rispetto alla norma, quindi anche l’appoggio al suolo sarà altrettanto diverso nonché la distribuzione del peso corporeo) oppure ancora del piattismo del piede (che implica l’appiattimento della volta plantare), e via discorrendo…

esame baropodometrico

Uno dei fattori estremamente utili, che risulta benefico per il paziente, è che tale trattazione non è assolutamente in alcun modo invasiva, né tanto meno dolorosa, la metodica utilizzata è totalmente innocua per chi la effettua e verte solo ed esclusivamente a considerare un’eventuale maldistribuzione dei carichi e la valutazione dei punti di pressione.

In cosa consiste nel dettaglio l’esame? Esso viene svolto sulla pedana baropodometrica, tale strumentazione riesce a registrare il carico del piede e ciò garantisce al tecnico ortopedico di esaminare la distribuzione nella totalità del peso corporeo che grava sugli arti inferiori sottolineando le anomalie.

I dati ottenuti sono precisi, istantanei, ripetibili e consentono una valutazione molto dettagliata dell’interazione suolo-piede e delle modificazioni della dinamica del passo.

Il test stabilometrico statico e dinamico è un plus che la pedana baropodometrica offre al fine di stabilire la presenza di vertigini o altre tipologie di disturbi ricollegati all’equilibrio. La presenza dello schermo, che genera il video in estemporanea, consente di far notare anche anomalie di postura, nel corso del movimento effettuato, che in caso di mancanza dello schermo risulterebbero poco visibili ai nostri occhi: è il caso del basculamento del bacino, del valgismo, dell’alluce valgo…

L’analisi porta alla realizzazione dei plantari in cad-cam oppure personalizzati per ogni singolo paziente in relazione alle proprie necessità.

Presso i nostri Centri vengono condotti quotidianamente delle analisi al fine di consentire agli specialisti di verificare le correzioni da apportare ad una calzatura predisposta e realizzata su misura, i nostri pazienti vengono seguiti costantemente nel loro iter.

esame baropodometrico

“Guida” alle FFP2

I modi per tutelare, salvaguardare, prendersi cura e migliorare l’andamento di una vita umana sono infiniti.
Tra questi figura sicuramente l’accortezza nel fare chiarezza, e far interiorizzare le informazioni corrette.

Proponiamo quindi una sorta di manuale di isruzione delle FFP2, con consequenziali delucidazioni/consigli…

Cosa sono le FFP2?

Con tale terminologia si intende: F: FILTERING – F: FACE – P: PIECE
ergo MASCHERINE FILTRANTI FACCIALI.

Dispositivi ottimali non solo per la salvaguardia altrui, ma anche per la protezione individuale. Pensate che vengono indossate dal personale sanitario nei reparti delle malattie infettive, proprio per gli strati che le compongono ed i loro materiali, detentori di un elevato livello di capacità di filtraggio dell’aria, persino delle particelle più piccole.

Gli strati...

Le proprietà di ogni strato variano in relazione alle funzioni per cui sono state concepite:
I) lo strato ESTERNO protegge dalle particelle più grandi;
II) lo strato INTERMEDIO è formato dal tessuto MeltBlown, esso è costituito da microfibre in polipropilene, componente ideale per via della sua natura idrofobica ed idrorepellente (resistente quindi alla penetrazione dell’acqua), in grado di filtrare le particelle più piccole;
III) il terzo strato è quello direttamente a contatto con il nostro viso, garantisce il mantenimento della forma della mascherina stessa e funge da una sorta di “distanziatore” in quanto protegge la mascherina dalla potenziale umidità prodotta con il respiro o con i colpi di tosse.

“Tipologie” di FFP2

FFP2 con certificazione europea

N95 con certificazione americana

KN95 con certificazione cinese

Cosa cambia tra le tre?

Nulla a livello strutturale, la sostanziale differenza è in termini di certificazione, quindi concerne i vari test effettuati prima di inserire tali prodotti sul mercato, test che vertono sulla resistenza respiratoria, sulla sicurezza circa l’aderenza sul volto e la scongiura di eventuali “buchi d’aria” e (quella europea li prevede) test sulla protezione di sostanze liquide diffuse come i droplets (le goccioline emesse, per esempio, starnutendo o tossendo). In relazione alla certificazione, sono diverse anche le modalità di effettuazione del test o per meglio dire per testare la capacità di filtraggio, la norma prevede l’esposizione a delle particelle inquinanti, precisamente sia l’esposizione ad un aerosol di particelle di cloruro di sodio, la cui inalazione andrebbe ad intaccare i polmoni, sia ad un aerosol di particelle di olio di paraffina, una sostanza liquida (così da valutare non solo gli elementi allo stato solido, ma anche quelli allo stato liquido).

La certificazione CE

Possedere il marchio CE attesta che il prodotto e la documentazione correlata ad esso sono stati valutati da un ente riconosciuto dall’Unione Europea, ente che afferma il rispetto dei requisiti previsti e consente al produttore di inserirlo nel mercato.

Un piccolo controllo sulla mascherina per verificare la validità della stessa… Come?

  1. La dicitura CE non deve essere propriamente “unita”, è presente un piccolo spazio tra le due lettere;
    N.B. il codice CE 2163 (UNIVERSALCERT) è a norma.
  2. il marchio CE è seguito da un codice numerico, il quale corrisponde al codice identificativo della Certificazione, il nome del produttore, il modello della mascherina, la norma alla quale “fa fede” e la classe di filtrazione.

ELENCO DEI CODICI CERTIFICATI CE NON A NORMA QUINDI ATTUALMENTE NON ATTENZIONATI:

  • ICR (Polonia) CE 2703
  • CELAB (Italia) CE 2037
  • ECM (Italia) CE 1282
  • ISET (Italia) CE 0865
  • TSU (Slovacchia) CE 1299

DURATA E UTILIZZO: massimo 8 ore e non può essere effettuato il loro lavaggio al fine di un riutilizzo.

Cos’è la Malattia di Paget

Cos’è il morbo di Paget?

Si tratta di una malattia cronica, essa genera un’importante diversificazione della struttura ossea, in quanto rende le ossa indebolite, molli ed estremamente rarefatte e di conseguenza maggiormente e facilmente “inclinabili” e “modellabili”. Utilizziamo questi due aggettivi tra virgolette in quanto per ovvi motivi non risulta minimamente semplice per chi ne soffre: la degenerazione infatti è progressiva e sempre più accentuata con lo scorrere del tempo, il suo processo iniziale risulta asintomatico, a tal punto da non consentire l’individuazione della malattia che talvolta viene confusa con altre patologie, ma successivamente il dolore diventa sempre più lancinante, intenso, in particolare di notte a causa della posizione distesa adottata per riposare, esso può distinguersi tra dolore nevralgico (causato quindi dalla compressione dei nervi) o profondo (originato dall’osso stesso), la rigidità dell’osso da origine anche a quella muscolare inducendo il paziente ad essere molto affaticato.

E’ una patologia molto rara, è solita colpire il bacino provocando una sua variazione, il cranio generando un ingrandimento dello stesso e quindi una sporgenza della fronte nonché la dilatazione delle vene, il femore apportando visivamente ad una curvatura della gamba interessata, ad ogni modo, pur essendo circoscritta in una determinata area, questa valutazione non preclude la diffusione e l’estensione andando a toccare anche le altre parti site intorno alla zona corporea già attaccata, sebbene sia un caso fuori dall’ordinario. Tibia, vertebre, clavicola e omero sono invece colpite in minor scala.

Le lesioni derivanti da tale malattia sono attiva a livello metabolico ed anche altamente vascolarizzate, in breve questo cosa comporta? Genera un’accelerazione della deformità ossea ed una rapida degenerazione di certo improvvisa provocata da un lato dalla reattività del metabolismo e al contempo dalla mole esosa di vasi sanguigni presenti.

La formazione dell’osso nel classico ciclo di risanamento non avviene in quanto fermata dalla rapidità con cui l’osteoclastia si diffonde, l’osso sarà molto irregolare e privo di una disposizione funzionale. L’osso così formato non giunge a maturazione, poiché viene distrutto dall’accelerata osteoclastia. Ne deriva la costituzione di un osso molto irregolare, senza una disposizione funzionale.

Le cellule che compongono il tessuto osseo, dette Osteoclasti, svolgono una funzione regolatrice per mantenere l’equilibrio consono tra ioni calcio e fosforo, equilibrio che viene meno nei pazienti che soffrono della sindrome di Paget, vista anche la forma anomala (più grandi e contenenti molti nuclei) che la cellula assume man mano che la malattia prende piede. Anche gli Osteblasti non compiono la loro funzione nella maniera ottimale, proprio per via del loro aspetto atipico che apporta la riproduzione di un tessuto osseo troppo grossolano rispetto alla norma. L’iperattività di tali cellule può essere la responsabile della comparsa dell’osteoperosi.

Una delle conseguenze può essere rinvenuta dai reperti RX si tratta delle potenziali microfratture laterali su tibia e femore, in più il calcio sierico (presente nel sangue) a causa dell’immobilizzazione e dell’iperparatiroidismo potrebbe aumentare. 

Di fronte tali complicanze è chiaro che è molto difficile trovare una cura permanente che possa essere ideale per sopperire a questo status, ma in cosa possiamo essere utili noi di OTR Ortopedia? L’andatura patologica generata dall’incurvamento degli arti inferiori può essere corretta attraverso l’utilizzo di alcuni apparecchi ortopedici, rallentando quindi il processo degenerativo della zona interessata; talvolta invece bisogna ricorrere alla chirurgia ortopedica intervenendo con proposte di gran lunga più definitive ma con risvolti maggiormente visibili: sostituzione dell’anca o del ginocchio rappresentano le soluzioni comunemente appoggiate.

Il tipo di deambulatore più adatto

Cosa vuol dire essere anziani? Oggi abbiamo deciso di procedere con la stesura di quest’articolo partendo da una riflessione consueta ma talvolta al contempo sottovalutata che raggruppa una categoria che ci sta molto a cuore: numerosi sono infatti gli ausili che disponiamo al fine di garantire un miglioramento della qualità della loro vita nonché una maggiore indipendenza. Nello scorrere nostalgico e reiterato di ricordi, esperienze e racconti di un valore inestimabile, i nostri nonni, la loro brillante mente e il loro corpo un tempo propenso ad un portamento più vivace, accusano stanchezza, incorrono ad un deterioramento degli arti inferiori proprio a causa del processo di invecchiamento, le gambe iniziano a cedere.

Per eludere questa condizione e promettere una parvenza di indipendenza maggiore, alcuni articoli richiesti con ingente frequenza (non solo per gli anziani, ma anche per rimettersi in moto in seguito ad un intervento che ha causato un lungo periodo di immobilizzazione) sono i deambulatori, presenti presso i nostri punti vendita in diverse tipologie.

Molti anziani sono perfettamente consapevoli della loro condizione ma, percependo la vita frenetica tra quotidianità e lavoro intrapresa dai propri cari, tendono ad ignorarla in quanto si auto-considerano un peso, un carico, in più non vogliono rinunciare (comprensibilmente) a quel velo di indipendenza personale raggiunta e poco facilmente accettano il dover abbracciare l’idea di necessitare dell’aiuto altrui.

Tra i tanti modelli (come per esempio quello che appare nella foto), oggi vorremmo trattare di un altro modello in particolare: il deambulatore ascellare, il quale, come suggerisce la terminologia stessa utilizzata per definirlo, possiede due prolungamenti laterali che consentono interamente l’appoggio ed il supporto alla parte superiore del corpo in quanto su di essi vengono fatte adagiare le ascelle e gli avambracci sulle altre parti della struttura in acciaio, tali prolungamenti sono regolarizzabili in relazione ad ogni corporatura, quindi facilmente adattabili ad esse.

Mentre per l’uso degli altri deambulatori, definiamoli tradizionali, il peso “grava” in un certo senso sulle braccia e sui polsi (anche se non si può parlare propriamente di “gravare” dal momento che alcuni di essi possiedono anche apposite rotelline che rappresentano un aiuto ulteriore nel bilanciamento del peso), nel suddetto caso non accade in quanto consente un corretto sostegno del tronco, il peso grava sulla struttura e ciò viene facilitato dal cosiddetto appoggio antibrachiale, che possiedono delle imbottiture per assicurare comodità. Tale deambulatore risulta essere un’ottima risorsa per coloro che soffrono anche di altri problemi che rendono il proprio sostegno alquanto precario, difficoltà derivanti per esempio da artrite, da fratture, da altri tipi di dolori collegati ad eventuali traumi che non consentono integralmente l’impiego del deambulatore.

Le ruote piroettanti collaborano nella spinta e nell’esecuzione dei passi, veicolati e ben calibrati anche dalla presenza dei freni, i quali apportano una certa sicurezza nonostante le estreme problematiche legate alle diverse corporature ed allo status salutare differente. 

Un fattore episodico sottolineato, che in un certo qual modo può essere considerato l’unico elemento di intralcio, è l’impossibilità di esecuzione in spazi ridotti, viste le conclamate dimensioni ingombranti dell’oggetto stesso, ecco perché si può optare per quello pieghevole: l’opzione valida di poterlo sistemare in casa o chiuderlo su se stesso nel cofano e di riprenderlo all’occorrenza per fare una passeggiata all’aperto è sicuramente una proposta allentante ed un’efficace alternativa.


Il tapis roulant giusto per te…

Tapis Roulant

OTR Ortopedia si prende cura di te migliorando la qualità della tua vita e lo fa investendo su prodotti che si rivolgono ad un ampio ventaglio che ospita ogni fascia d’età. Lo scopo è quello di agire in maniera preventiva e, come in questo caso, favorire l’assunzione di sane abitudini nello svolgimento della propria routine: vi presentiamo quindi il nostro Tapis Roulant, una valida opzione per coloro che, causa fretta, per motivi lavorativi ed altre ragioni, risultano impossibilitati a ritagliare del tempo per effettuare un allenamento mirato recandosi in palestra, per questo vi consigliamo di ritagliare un piccolo spazio nella vostra abitazione puntando a rimettersi in forma direttamente nella propria casa, così da ottimizzare il proprio tempo il più possibile.

Prediligere questa condizione sta diventando sempre più frequente: si traduce in un investimento a lungo termine (ed utilizzo) senza pari per la propria comodità, per la propria salute, per il proprio benessere.

Il tapis roulant, tra tutti i macchinari, è sicuramente quello che apporta dei risultati più immediati e visibilmente tangibili per la sua duplice funzionalità nello smaltire la massa grassa, bruciare calorie, monitorare la propria resistenza allo sforzo e nell’aumentare la massa muscolare o definire muscoli già sviluppati, ricorrendo alla classica camminata sul piano che esso offre.

Anche la gestione della sua presenza nella camera adibita deve essere considerata, per questo la possibilità di chiuderlo essendo pieghevole (e di riaprirlo all’occorrenza) risulta molto efficiente nonché ovviamente garante di minor spazio occupato.

Il tapis roulant da noi offerto è elettrico, ergo a motore, uno strumento professionale che garantisce sia la corsa che la camminata, tralasciando quelle caratteristiche che accomunano ogni modello, possiede un piano di corsa più lungo e, un surplus sicuramente non da sottovalutare, offriamo un servizio di assistenza veloce e gratuita.

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Il tapis roulant per mantenerti in forma direttamente a casa tua!

Tanti sono i motivi per i quali vi consigliamo di acquistarlo qui da OTR Ortopedia, ve ne enunciamo qualcuno:

  • piano da corsa più lungo ed esteso;
  • assistenza non solo rapida ma anche gratuita…!