Come riconoscere un ictus? Come agire nel periodo riabilitativo?

Oggi, 29 ottobre, è la Giornata Mondiale dell’Ictus, il quale consiste nell’occlusione (ictus ischemico) o nella rottura (ictus emorragico) di un’arteria cerebrale, il vaso sanguigno viene letteralmente bloccato e conseguenzialmente il flusso sanguigno non risulta chiaramente sufficiente. 

In questo articolo tratteremo dell’importanza del riconoscere i sintomi al fine di garantire tempestività nel soccorso e esamineremo in che modo noi di OTR Ortopedia possiamo essere utili nel periodo riabilitativo grazie ai traguardi raggiunti dalla scienza e quindi ai dispositivi che abbiamo a disposizione.

 

"Minutes can save Lives"

“BE FAST” ovvero acronimo di “Balance, Eyes, Face, Arms, Speech, Time”.

La perdita di equilibrio, l’improvvisa e netta riduzione della motilità, avvertire dei formicolii dagli arti oppure non averne più la sensibilità, più comunemente una sorta di “addormentamento” del braccio, la mancanza di una vista nitida, un volto diventato asimmetrico con un abbassamento laterale della bocca, il non riuscire a comunicare, vertigini e sbandamento sono chiari segnali che si palesano comunicandoci ampiamente ciò che sta per accadere.

Il livello di intensità varia da persona a persona, ciò che risulta invece essere una costante nei singoli accadimenti è proprio la garanzia della messa in atto di un intervento estremamente tempestivo così da salvare vite umane e procedere con l’inizio di un percorso riabilitativo.

 
 

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si verificano circa 250mila nuovi casi di ictus l’anno (660 persone ogni giorno) di cui l’80% sono nuovi episodi e il 20% recidive che interessano persone colpite precedentemente, con una mortalità del 25% e con il 50% di pazienti che non recuperano una sufficiente autonomia.

Molte sono le figure professionali che vediamo impegnate nella complessità della presa in carico riabilitativa: medici, fisioterapisti, infermieri, logopedisti, terapisti, neuropsicologi, che danno il loro contributo nella ripresa del paziente coordinandosi in maniera sinergica in questo processo delicato, il tutto determinato in relazione alle esigenze del paziente.

Andando maggiormente nello specifico, la branca di medicina riabilitativa maggiormente interessata al recupero è quella neurologica. Tra le malattie neurologiche più comuni rientrano le lesioni cerebrali, la sclerosi multipla, l’epilessia, i traumi cerebrali o del midollo spinale, il morbo di Parkinson e di Alzheimer, l’ictus per l’appunto: è chiaro che questa fase non rappresenta solo un iter da affrontare per permettere al paziente di riacquisire l’autonomia motoria ma anche un mezzo per far recuperare quegli stimoli e quell’incoraggiamento, quella consapevolezza di miglioramento che forse psicologicamente dopo aver subito un episodio di questo tipo (con tutto ciò che ne deriva) viene meno… 

Le diverse metodologie e tecniche progettate e sperimentate nel corso del tempo ci mettono nelle condizioni di essere di aiuto nel recupero funzionale della parte lesa in questa specie di retroazione biologica: da ausili ortopedici più mirati per la fase riabilitativa iniziale, quali possono essere per esempio le carrozzine, ad ortesi implicate nella restituzione di moto in caso di paralisi alla gamba (come lo stabilizzatore GenuNeurexa), o alla spalla rendendo subendo ancora di più l’impossibilità del movimento anche a causa del dolore (come l’ortesi spalla neurologica Omo Neurexa Plus), o ancora la promessa di maggiore stabilità sul ginocchio con l’Elettrostimolatore L300 Go, all’investimento di apparecchiature con funzioni più innovative, mirate e specifiche, è il caso della Tuta Mollii ad elettrodi che ha come scopo la limitazione della rigidità muscolare con l’intento di veicolare un rilassamento e quindi facilitare il movimento.

Per quanto possa essere considerato inverosimile, l’ampio ventaglio nel quale risiedono i trattamenti concepibili offerti (in base ovviamente alla condizione in cui il paziente vige e alla propria forma fisica) è in grado di migliorare la qualità della vita.

Tuta Mollii

Con la supervisione di Luigi Ieraldi – Tecnico Ortopedico.

Tuta Mollii - Ottobock

Cos’è la tuta Mollii?
Quali benefici permette di ottenere a chi la indossa?
In che modo può prevenire un peggioramento della rigidità dei muscoli?

La tuta Mollii, nata in Svezia, è un elettrostimolatore visibilmente formato da un pantalone, una giacca ed una cintura che sostiene la “scatola bianca” centrale altrimenti nota come “unità di controllo”, che risulta essere il fulcro ed il cuore pulsante, sebbene esterno, della tuta stessa. Altro fattore imprescindibile per garantire il suo funzionamento, è la presenza di elettrodi.
Cosa sono gli elettrodi? Dei conduttori di corrente che vengono tradotti in stimolazione degli impulsi di ogni persona che decide di effettuare la prova.

Esattamente: ogni persona. Perché ogni persona ha una propria storia, un proprio lascito e corredo genetico, una propria risposta alla terapia, una corporatura ed una costituzione diversa, di conseguenza sulla base di questi va consegnata la taglia ottimale ed emessa una programmazione differente per ognuno, che può avere sia una funzione preventiva che essere una forma di aiuto per coloro che vogliono riappropriarsi del controllo del tono muscolare e ovviamente viene fornita una tuta della misura corretta.

Nei primi due giorni di Settembre, abbiamo avuto la possibilità di avviare presso la nostra sede legale sita a Simeri Crichi in Località San Francesco (zona Industriale) varie prove sui nostri pazienti che hanno richiesto questo tipo di assistenza. L’idea di fondo incalza proprio il nostro motto: migliora la qualità della vita!

Forse ancora non ci rendiamo conto di quanto oltre può spingersi la mente umana nel tentativo di porgere un aiuto, nel tentativo di sorreggere gli altri, nella concessione di nuove svolte scientifiche inequivocabilmente pensate, progettate e messe in atto proprio al fine di sviluppare dei miglioramenti.

La tuta Mollii è consigliata e programmata per coloro che soffrono di spasticità, di dolore muscolare, che hanno difficoltà motorie dovute a danni inferti al sistema nervoso centrale: paralisi cerebrale, paralisi cerebrale infantile, distonia, ictus, aneurisma, danno cerebrale acquisito, lesione parziale della spina dorsale…

Tuta Mollii - Ottobock

Le valutazioni generali dei pazienti che si sono susseguiti sono state effettuate dai tecnici ortopedici. Questi ultimi si sono soffermati con molta accortezza e precisione sui movimenti del muscolo, sulla rigidità o fluidità degli stessi in modo tale da decidere quali dei 56 elettrodi presenti sulla tuta attivare attraverso il software e raggiungere obiettivi diversi in relazione alla densità della problematica.

Oltre alla programmazione, chiaramente anche la stimolazione verrà vissuta in maniera diversa da persona a persona, anche con maggiore o minore intensità, stesso fattore vale per gli effetti dell’uso regolare di Mollii, che agirà in maniera più celere o meno rapida in relazione alla gravità della lesione: dalla riduzione sostanziale della spasticità, alla ripresa del controllo dei movimenti, dal benessere che coinciderà con il rilassamento del muscolo in questione al dolore attutito.

Come riportato sul sito www.neurotute.it , sono state effettuati degli studi, delle ricerche che avvalorano l’efficacia del funzionamento delle neurotute. Entrando nel dettaglio, secondo quanto trattato negli articoli presi in considerazione, gli studiosi hanno monitorato e valutato l’andamento ed i risultati della spasticità su 16 pazienti affetti da Paralisi Celebrale Infantile (articolo alla vostra sinistra, immagine sottostante) e i miglioramenti nel recupero dei movimenti motori sui pazienti con emiparesi causati da ictus (articolo alla vostra destra).

Neurotute

“…qualsiasi cosa che si faccia per stare meglio sostanzialmente… questo è un ulteriore aiuto…”

Processo di Laminazione – Protesi Arto Inferiore

Processo di laminazione invaso protesi di arto inferiore

Ci troviamo nei nostri laboratori, in cui ogni strumento ed ogni materiale vengono destreggiati e maneggiati con estrema cura e professionalità. Non si tratta solo di un lavoro di squadra, ma anche di una miscela di oggetti che permettono la composizione di un altro oggetto ancora che si incarna quindi nel prodotto finito.
Metaforicamente quindi persino i nostri materiali effettuano un lavoro di intreccio di intenti come se appartenessero ad un team in modo consapevole!!!

Il nostro abile ed esperto tecnico Francesco prepara la resina “vinilestere”, utile per il processo di laminazione.
Questo tipo di resina ha proprietà leggermente diverse rispetto sia alla resina classica acrilica alla quale siamo comunemente abituati sia a quella epossidica, che solitamente se non mescolata bene rilascia delle bolle d’aria.
La resina vinilestere infatti riesce a assicurare una connessione migliore con le fibre di carbonio e in questo modo viene garantita una maggiore rigidità nonostante lo spessore ridotto al minimo dei laminati essendoci la possibilità di inserire poche stratificazioni.

Vi siete mai chiesti cosa c’è dietro la creazione di un prodotto finito?? 
La resina diventa protagonista ed elemento essenziale nella conduzione del processo di laminazione dell’invasatura della protesi di arto inferiore.

Il nostro tecnico ortopedico effettua questa fase di lavorazione con lo scopo di rinforzare l’area d’appoggio sottorotuleo, più precisamente nel video sottostante vi mostriamo come, dopo aver versato la resina, sia utile e cruciale chiudere l’estremità del sacco e distribuire la resina stessa in modo uniforme attraverso movimenti ben mirati effettuati con l’aiuto di una cordicina oppure di un piccolissimo tubo di gomma al fine di scongiurare la presenza di eventuali bolle d’aria che si vanno a formare in corso d’opera.
Quello che sembra un piccolo dettaglio, risulta invece essere un elemento estremamente basilare.