A scuola di postura

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A SCUOLA DI POSTURA
LA GUIDA PER BAMBINI E GENITORI

Immagina una tipica giornata di scuola: zaino carico, corse tra aule, cinque o sei ore seduti allo stesso banco, poi compiti e svago al PC o tablet. Sembra normale, vero? Eppure la “normalità” sta lasciando il segno sulla schiena dei nostri ragazzi.

Non è allarmismo: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, circa il 65% dei bambini tra 6 e 14 anni lamenta già dolori muscolo-scheletrici, soprattutto a livello dorsale e lombare. E uno su tre mostra i primi segni di cifosi posturale o di scoliosi compensatoria entro i 12 anni. 

Il punto è che la colonna in età scolare è in pieno “cantiere”: cresce, si rimodella, cerca equilibrio tra ossa, muscoli e legamenti. Se ogni giorno la sottoponiamo a carichi sbilanciati (ciao zaini), postazioni scomode e ore infinite senza muoversi, accumuliamo micro-stress che nel tempo può trasformarsi in dolore, rigidità, atteggiamenti posturali scorretti e, in alcuni casi, vere alterazioni morfologiche. Non serve un evento “traumatico”: bastano piccole abitudini ripetute.

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Parliamo chiaro, lo zaino è spesso il primo imputato. L’OMS suggerisce che non superi il 10–15% del peso corporeo del bambino: tradotto, se pesa 35 kg, lo zaino dovrebbe stare tra 3,5 e 5 kg massimo. Ma oltre al numero sulla bilancia conta come lo portiamo: spallacci stretti e simmetrici, schienale aderente, carico vicino al corpo e suddiviso bene. Un cattivo set-up vale quanto un chilo in più.

Poi c’è la postazione: banchi troppo alti o troppo bassi, sedie rigide, monitor fuori asse… Tutto spinge i ragazzi in quelle posizioni “a punto interrogativo” che conosciamo bene. Aggiungiamoci la sedentarietà: poche pause attive, intervalli passati seduti, attività motoria ridotta al minimo. Il mix perfetto per una schiena stanca.

E gli schermi? Tablet e PC sono utilissimi, ma se usati a lungo senza regole diventano un moltiplicatore di posture sbagliate: testa in avanti, spalle chiuse, appoggio lombare assente. Non demonizziamo la tecnologia, impariamo a “metterla in postura”.

La buona notizia è che si può intervenire presto e con strumenti semplici: scelte intelligenti sullo zaino, piccole modifiche alla postazione, routine di movimento brevi ma costanti, e un occhio ai segnali che la schiena manda (dolore ricorrente, stanchezza precoce, spalle che “rotolano” in avanti, un’asimmetria che persiste). Non servono ore di palestra: servono buone abitudini, ogni giorno.

In questo articolo ti accompagno a capire come riconoscere i fattori di rischio più comuni, come organizzare zaino e banco in modo furbo, quali pause attive funzionano davvero in classe (e a casa), e quali esercizi “salva-schiena” introdurre senza stravolgere la routine. Piccolo spoiler: non è questione di “stare sempre dritti”, ma di alternare, variare e dare alla colonna ciò di cui ha bisogno nei momenti giusti. Pronti a rimettere in linea postura e benessere? 💪🧒🎒

Nota bene: queste indicazioni non sostituiscono il parere del pediatra o dello specialista. Se noti dolore persistente o asimmetrie marcate, fai una valutazione clinica.

COME SCEGLIERE LO ZAINO
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Quando si parla di zaini scolastici, spesso si pensa solo al colore, al cartone animato stampato sopra o al modello “più cool” del momento. In realtà, lo zaino è molto più di un accessorio: è il compagno quotidiano di viaggio dei nostri figli, e può fare la differenza tra una schiena serena e una schiena affaticata.

Quali sono quindi le caratteristiche ideali? Prima di tutto gli spallacci: devono essere larghi, ben imbottiti e regolabili, così da distribuire il peso senza “segare” le spalle. Se poi lo zaino ha anche una fascia lombare e una pettorale, ancora meglio: aiutano a scaricare parte del carico su bacino e torace, evitando che tutto finisca solo sulla colonna vertebrale. Lo schienale è un altro punto cruciale: rigido (ma ergonomico), traspirante, capace di aderire bene alla schiena senza farla sudare troppo. Infine, non sottovalutiamo gli scomparti interni: più sono, meglio si può organizzare il materiale scolastico distribuendo il peso in modo equilibrato (i libri più pesanti vicino al dorso, ad esempio).

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Ok, ma una volta scelto il modello giusto bisogna anche saperlo usare bene. 📏 E qui entrano in gioco alcune semplici regole:

  • Lo zaino non dovrebbe scendere oltre i 3-5 cm sotto la linea della vita, altrimenti tira le spalle all’indietro e sbilancia.

  • Deve stare bello aderente alla schiena, non “penzolare” come un sacco.

  • Va indossato su entrambe le spalle (sì, anche se “con una sola spalla sembra più figo”… la schiena però non apprezza 😅).

E poi c’è la questione del peso: niente record da sollevatore olimpico. Le linee guida parlano chiaro:

  • 2-3 kg al massimo per i più piccoli (6-8 anni),

  • 3-4 kg per i ragazzi tra i 9 e gli 11,

  • fino a un massimo di 5 kg dai 12 anni in su.

Insomma, lo zaino perfetto non è quello più grande o più “alla moda”, ma quello che aiuta la schiena a crescere senza sforzi inutili. Un piccolo investimento in ergonomia oggi può evitare dolori domani. 🎒💪

IN AULA : COME STARE SEDUTI
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ChatGPT ha detto:

Stare seduti al banco sembra una cosa banale: ti siedi, apri il quaderno e via. In realtà, la postura che si assume durante le ore di lezione fa una differenza enorme sulla salute della schiena. E non parliamo solo di “stare dritti come soldatini”, ma di trovare una posizione comoda, naturale e sostenibile nel tempo.

La regola d’oro? La schiena deve poggiare bene allo schienale, senza “scivolare” in avanti. Le spalle devono restare rilassate, non chiuse a riccio. Braccia e gomiti dovrebbero formare un angolo di circa 90°, con gli avambracci appoggiati sul banco, così da scrivere senza contrazioni inutili. E i piedi? Sempre ben piantati a terra: se il banco è troppo alto e non toccano, meglio una pedana sotto per evitare di lasciarli “penzoloni”. Anche le ginocchia hanno il loro ruolo: leggermente divaricate, mai incrociate per ore, perché ostacolano la circolazione e sbilanciano il bacino.

Fin qui sembra semplice, ma nella realtà spuntano sempre le tentazioni: ci si china per leggere più da vicino, si finisce col mento appoggiato sulla mano durante le spiegazioni, oppure ci si accartoccia in posizioni da contorsionisti. Tutti errori comuni, ma anche facilmente evitabili se si impara a riconoscerli.

Un piccolo trucco: ogni tanto fate un “check veloce” della vostra postura. Schiena appoggiata? Piedi a terra? Spalle morbide? Se la risposta è no, basta un secondo per aggiustarsi e ripartire. Non serve immobilizzarsi, anzi: la postura migliore è quella che alterna momenti di movimento e brevi pause attive.

In pratica, la scrivania non deve diventare una gabbia, ma un posto dove si studia senza mettere sotto stress la colonna vertebrale. 🪑📐

MUOVITI E VIVI MEGLIO

Se pensiamo a una giornata tipo di uno studente, ci accorgiamo che la maggior parte del tempo lo passa… seduto. Banco, mensa, compiti, videogiochi: la schiena resta ferma troppo a lungo e inevitabilmente si irrigidisce. È qui che entrano in gioco le pause attive, piccole “boccate d’aria” per i muscoli e le articolazioni.

La regola ideale sarebbe alzarsi e muoversi ogni 30-45 minuti: non serve trasformare la classe in una palestra, bastano davvero pochi gesti. Un po’ di stretching per collo e spalle, una camminata veloce lungo il corridoio, o anche un mini-gioco motorio tra una lezione e l’altra possono riattivare la circolazione e “resettare” la postura. Sono come un pulsante di refresh per la schiena. 🔁

Un consiglio pratico semplice ma super efficace è quello delle “routine OTR” (Outside The Routine): inserire 5 minuti di esercizi posturali all’inizio della giornata scolastica. Non solo aiutano a scaldare i muscoli e a preparare la colonna, ma migliorano anche la concentrazione. Alcuni esempi: rotazioni delle spalle, allungamenti laterali del tronco, qualche esercizio di stretching dolce per il collo. Semplici, veloci e alla portata di tutti (nel prossimo articolo vi spiegheremo passo passo come farli).

Pensiamola così: il movimento non è una pausa che “ruba tempo” allo studio, ma un investimento che aiuta a studiare meglio e a stare bene più a lungo. Una colonna che si muove regolarmente è più forte, più elastica e molto meno esposta a dolori o atteggiamenti scorretti.

In fondo, bastano pochi minuti ogni ora per far respirare la schiena e ridare energia a corpo e mente. 💪🧘‍♂️

QUANDO RIVOLGERSI AD UNO SPECIALISTA
  • Il bambino si lamenta di mal di schiena o cervicale ricorrente

  • Presenta asimmetrie posturali visibili (spalle o bacino disallineati)

  • Cammina curvo o trascina i piedi

  • Ha difficoltà di concentrazione legate al dolore o alla scomodità

  • Segnali di scoliosi osservati da insegnanti o genitori

👣 Controlli utili consigliati:

  • Visita ortopedica o fisiatrica

  • Analisi del passo e postura in ortopedia

  • Valutazione per eventuali plantari pediatrici

Una corretta postura a scuola non è un lusso, ma una necessità: la colonna vertebrale si forma nei primi anni di vita e le cattive abitudini posturali possono lasciare segni permanenti. Educare e prevenire significa investire nella salute futura dei nostri bambini.

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Padel ed Epicondilite – Il lato Oscuro del padel

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Negli ultimi anni, il padel ha vissuto un’esplosione senza precedenti in Italia e in molti altri Paesi. Ma con l’aumento vertiginoso dei praticanti, si è verificato anche un boom di un disturbo ben noto agli ortopedici: l’epicondilite laterale, comunemente chiamata “gomito del tennista” — anche se oggi potremmo ribattezzarla “gomito del padelista”.

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Io Dono : Donazione al reparto di Pediatria – Ospedale “L’annunziata” (CS)

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Io Dono : Donazione di tre supporti sacche-flebo al reparto di Pediatria dell’Ospedale “L’Annunziata” di Cosenza

I Donatori : La famiglia Coriale (da destra Marcella Gumina, il piccolo Giuseppe Francesco, Patrizio Coriale

Venerdì 28 luglio abbiamo avuto il piacere di presenziare e sostenere una splendida inziativa di solidarietà.

La signora Marcella Gumina ed il compagno Patrizio Coriale, residenti a Sankt Georgen im Schwarzwald (Germania), hanno voluto donare al reparto di pediatria dell’ospedale “Annunziata” di Cosenza tre supporti per sacche trasfusionali, flebo ed apparecchiature mediche.

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Questa donazione ha un significato speciale nel celebrare la vita.

Avviene infatti in occasione del battesimo di Giuseppe Francesco, figlio primogenito di questa generosa coppia.

Vista la distanza geografica, Marcella ha delegato la donazione dei presidi ai genitori Giuliana Rovella e Nuccio Gumina , che con entusiasmo e vitalità hanno partecipato a questa inziativa, accompagnati da Paolo, responsabile vendite OTR, sempre in prima linea nelle inziative legate alla solidarietà.

I supporti sono stati consegnati a Monia, Caposala del Reparto di Pediatria, che ha accolto noi ed i donatori con disponibilità, gratitudine e tanti sorrisi.

OTR migliora la qualità della vita.

Giuliana e Monia
Il nostro Paolo con Giuliana e Nuccio

La casa accessibile

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La Casa Accessibile

Quali sono i principi e gli accorgimenti che ispirano la progettazione e realizzazione di una casa accessibile?

Ecco qualche consiglio pratico sull’argomento.

La casa è, per definizione, uno spazio accogliente in cui chi la abita si sente sicuro e protetto.

Rendere accessibile la propria abitazione, in senso lato, significa adeguarla alle esigenze di chi la abita al fine di migliorare la propria qualità della vita. 

Dunque, la casa accessibile è un’abitazione in cui non ci sono limitazioni di vivibilità. Quando si parla di “casa accessibile” non si fa riferimento ad un modello di abitazione preciso ma si parla genericamente di appartamento senza barriere architettoniche.

L’accessibilità è un concetto che varia a seconda di ogni individuo e gli interventi necessari per una casa accessibile per disabili sono strettamente connessi ai bisogni specifici di ogni persona.

La delicata rimozione di barriere architettoniche e la scelta di arredi e impianti su misura sono gli interventi più rilevanti per assicurare autonomia di movimento e libertà per disabili e anziani.

In ogni casa priva di ostacoli architettonici le stanze sono progettate ad hoc o ristrutturate in base ai nuovi bisogni degli abitanti o abituali fruitori.

L’assenza di barriere consente anche alle persone con ridotta mobilità, per esempio in carrozzina, di accedere e muoversi in casa in completa libertà e autonomia, fruendo degli spazi di cui dispone per svolgere le proprie azioni quotidiane.

L’obiettivo di una casa accessibile è accogliere tutti, soprattutto i portatori di disabilità o anziani che hanno problemi di mobilità, spesso e volentieri impossibilitati all’accesso e fruizione di deterinate strutture abitative e non.

Per avere delle case senza barriere ogni spazio interno di un’abitazione deve essere pensato come soluzione migliore per chi vive in sedia a rotelle.

Tutti gli ambienti vanno quindi “rivisitati” al fine di adattarli alle esigenze dei disabili, e per fare questo occorre seguire alcune regole.

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INGRESSO EDIFICIO CASA ACCESSIBILE

L’edificio deve essere adeguato alle esigenze di tutti, dunque raggiungibile senza problemi anche da chi è in sedia a rotelle.

Gli accessi devono essere provvisti di rampe e una pavimentazione piana. Il campanello deve essere posto a un’altezza tale da garantire l’utilizzo a tutti.

In caso di edifici a più piani, l’ascensore o il montascale sono la soluzione ideale in presenza di scalinate.

La pavimentazione deve essere antisdrucciolevole e, in presenza di soglie, queste devono essere smussate e non più alte di un centimetro.

Come adattare la propria casa e abbattere le barriere architettoniche

L’ingresso dell’abitazione deve essere privo di scalini. La normativa italiana in materia stabilisce che la soglia può avere un’altezza massima di 2,5 cm, ma questa misura può essere un ostacolo per le carrozzine, soprattutto se elettriche. In caso di rialzo, deve essere progettata una piccola discesa così da facilitare l’accesso del mezzo a rotelle.

In una casa a prova di barriere la porta d’ingresso, come le altre, ha una larghezza minima di 80 cm, così da consentire l’ingresso anche a chi è in sedia a rotelle, e è priva di gradini, sia in entrata che in uscita.

Le porte dell’abitazione, come quelle dell’edificio in cui si trova, dovrebbero avere un peso di rimbalzo inferiore ai 12 kg e, per agevolare l’entrata e l’uscita dei disabili, dovrebbero essere provviste di un maniglione, che favorisca la chiusura senza dover manovrare nuovamente la carrozzina.

In una casa a prova di barriere la porta d’ingresso, come le altre, ha una larghezza minima di 80 cm, così da consentire l’ingresso anche a chi è in sedia a rotelle, e è priva di gradini, sia in entrata che in uscita.

In tutta l’abitazione gli interruttori della luce devono essere posizionati a un’altezza che permetta l’uso anche da parte di chi è in sedia a rotelle, mentre i corridoi non devono essere stretti, ma avere una forma tale da favorire il passaggio delle persone che utilizzano ausili, dunque una larghezza minima di 90 cm, anche se l’ideale è di 150. In questo modo, infatti, si garantisce anche la possibilità di manovra di chi è in carrozzina. Infine, è necessario proteggere pareti e spigoli dai possibili urti della sedia a rotelle.

SEDIA BASE SCALE

LA CUCINA IN UNA CASA ACCESSIBILE

Prima di tutto è necessario procedere ad una diversa collocazione degli elettrodomestici ed una nuova organizzazione del piano di lavoro.

I diversi elementi vanno collocati ad un’altezza raggiungibile sia da una persona in carrozzina che da persone basse o con difficoltà di movimento ed estensione delle braccia.

In genere è preferibile optare per un piano di lavoro sospeso, che consenta alla persona in carrozzina di avvicinarsi facilmente e senza problemi, tenendo le gambe in una posizione comoda.

La stessa cosa andrebbe fatta con il piano cottura e il lavello, da collocarsi preferibilmente uno accanto all’altro.

Un’altra opzione consiste nel posizionare il piano di cottura ad angolo rispetto al lavello, per favorire una maggiore mobilità.

Per quanto riguarda il lavello è opportuno scegliere vasche rettangolari anziché tonde. Anche la profondità delle stesse è un elemento da valutare, per evitare che si crei un ingombro per le gambe dei disabili.

CAMERA DA LETTO DI UNA CASA ACCESSIBILE

La camera da letto deve avere lo spazio necessario a non limitare il passaggio, soprattutto per garantire le manovre con la carrozzina in prossimità del letto.

I mobili devono essere disposti in modo da non limitare il passaggio, soprattutto per garantire le manovre con la carrozzina in prossimità del letto.

Lo spazio tra mobile/mobile o mobile/muro deve essere di una misura minima di 80 cm e, per consentire il passaggio carrozzina/letto e viceversa, deve essere lasciata un’area libera di almeno 120 cm.

Il letto deve avere un’altezza regolabile, nonché una rete elettrica in grado di consentire cambiamenti nella postura e il sollevamento della persona senza fatica.

Rispetto all’armadio, meglio la cabina, caratterizzata da ripiani a scorrimento elettrico, cassettiere di materiale trasparente per favorire la vista del contenuto, e ante scorrevoli, così che non necessitano di uno spazio frontale per l’apertura. Questi accorgimenti permettono anche a chi ha difficoltà motorie di raggiungere i ripiani del guardaroba e organizzarlo senza problemi.

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IL BAGNO DI UNA CASA ACCESSIBILE

Un discorso a parte merita invece il bagno per disabili, i cui sanitari ed accessori vanno disposti in maniera tale da agevolare il passaggioe la manovra dei disabili in carrozzina.

Il bagno ha dimensioni minime di 165 x 180 cm e si deve adottare una vasca o doccia a sportello provvista di una pavimentazione antisdrucciolo e una maniglia resistente per il sostegno del disabile quando si sposta dalla carrozzina alla doccia e viceversa. Stessa cosa vale per il wc, che deve essere fissato al pavimento o sospeso per un’altezza inferiore ai 45 cm e avere lo scarico messo in posizione accessibile. La posizione ideale del lavabo, invece, è a 60 cm dalla pavimentazione, e i rubinetti hanno comandi a leva o a fotocellula.

Nel bagno è preferibile utilizzare armadietti e mobili senza spigoli, porte che si aprono verso l’esterno, un pavimento antiscivolo per evitare infortuni.

Dunque non esiste una regola uniovoca nella progettazione e realizzazione di una casa accessibile. L’unica vera regola è quella di disporre spazi ed arredi in modo da facilitare al massimo la libertà ed autonomia di chi ha problemi di mobilità. 

Nei prossimi articoli entreremo nel merito dell’arredamento della Casa Accessibile e delle detrazioni e sgrafi fiscali connessi a questo tipo di esigenze..